Er parchetto commido

Giuseppe Gioachino Belli

1835 Indice:Sonetti romaneschi IV.djvu sonetti letteratura Er parchetto commido Intestazione 5 giugno 2024 75% Da definire

Er mortorio de la sora Mitirda Le purce in ne l'orecchie
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

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ER PARCHETTO COMMIDO.

     Le commedie nun zo’ mmica funzione,1
Quilibbri,2 pantomine e bball’in corda,
Che le possi capì lla ggente sorda
Sibbè stanno3 lontano dar telone.

     E ppe’ cquesto la sera a Ppalaccorda4
Pijjo er pparchetto de dietro ar violone,
Dove se5 sente comichi e ssoffione,6
E sse gode l’orchestra quann’accorda.

     Quer parchetto lo chiameno er prosscenico,
Pe’ vvia7 che sta da un de li du’ capi,
Der teatro, viscino ar parc’osscenico.

     E mmica è vvero che nun ce se capi,8
Perch’io, lei,9 Toto,10 Meo,11 Bbiascio e Ddomenico
Sce stàmio12 tutt’e ssei com’e ssei Papi.

3 febbraio 1835.

Note

  1. [Funzioni; e vale, come in Toscana: “funzioni sacre.„]
  2. [Equilibri: giochi d’equilibrio.]
  3. Sebbene stando.
  4. Teatro inferiore di Roma. [Oggi, Metastasio.]
  5. Si.
  6. Suggeritore. [In francese, souffleur.]
  7. Pel motivo.
  8. Non ci si capisce: [non ci si entra].
  9. Mia moglie.
  10. Antonio.
  11. Bartolommeo.
  12. Ci stavamo.