Giuseppe Gioachino Belli

1833 Indice:Sonetti romaneschi VI.djvu sonetti caudati letteratura Er bon esempio Intestazione 2 novembre 2022 25% Da definire

La statua cuperta La perla de le donne
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti dal 1828 al 1847

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ER BON ESEMPIO.

     Cuanno se disce poi nun ce se crede!
Come vòi crede1 a sti parabbolani
de preti, che li cani che ssò2 ccani
viengheno3 più ssinceri, hanno ppiù ffede?

     Senti er curato mio che mme succede.4
Com’oggi m’approvò5 cche li cristiani
è ppeccato de fotte;6 e llui domani
ballava su la panza de Pressede.

     Ma ggià dar capo viè ttutta la tiggna;7
chè ssi8 un po’ ne mannassino9 a l’incastro,10
je se potrìa intorzà11 cquarche ffufiggna.12

     «Come va», jje diss’io, «Padre Filisce?».
E llui rispose: «Lei facci,13 sor mastro,
nò cquer ch’er prete fa ma cquer che ddisce».


Roma, 10 maggio 1833

Note

  1. Credere.
  2. Sono.
  3. Vengono.
  4. Cioè: Senti cosa mi succede col curato mio.
  5. Provò.
  6. Cioè: che, per i cristiani, è peccato fottere.
  7. Proverbio.
  8. Se.
  9. Mandassero.
  10. Ergastolo.
  11. Dicesi anche rimporre, cioè «rimanere in gola».
  12. Contrabando.
  13. Faccia.