Epistole (Caterina da Siena)/Lettera 185

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  • 97 A. DNA MANT£LLÀTA DI SANTO DOMENICO CHIAMATA CÀTÉJUNA DI SCETTO (A I. Desidera vederla vera sposa e serva di Gesù Cristo coiracqnisto delle virtù, mostrando come queste s’acqnislano nell’amore di Dio, e si partoriscono nella carità verso il prossimo.

II. Dell’ amore perfetto con cui dobbiamo amare il prossimo, ed i serti di Dio in particolare; e come dobbiamo amare qnelli che sono in peccalo mortale; onde esorta dotta donna a qnest’ amore per esser vera sposa di Gesù Cristo..

attera 183» \ Al nome ili Jesà Cristo crocifisso e di Maria dolce.

( I. ilarissima suora

figliuola mia in Cristo dolce Jesù. Io Catarina, serva e schiava- de* servi di Jesù Cristo, scrivo a te nel prezioso sangue suo, con desiderio di vederti vera serva c sposa di Cristo crocifisso.


Serve dobbiamo essere, perche siamo ricomperate del sangue suo; ma non veggo cli

del nostro servizio noi potiamo fare utilità a lui: dobbiamo adunque fare utilità al prossimo nostro, perocché egli è quel mezzo dove noi proviamo ed acquistiamo la virtù.


Sappi, che ogni virtù riceve vita dall’amore; e l’amore s’acquista nell’ nmore, cioè levando Inocchio dell’intelletto nostro, e ragguardare quanto siamo amali da Dio: vedendoci amare, non potiamo fare che noi non amiamo: amandolo, abbracciamo le virtù j.er affetto .S» Caterina. Opere. T. VI, ‘ 14 [p. 198 modifica]d’amore, e coir odio spregiamo il vizio; sicché vedi che in Dio concipiamo le virtù, e nel prossimo si parturiscono.

Sai bene che nella necessità del prossimo tuo, tu parturisci il figliuolo della carità che è dentro nell*anima; e nella ingiuria che tu ricevi da lui, la pazienzia, tu gli doni l’orazione singularmenle a coloro che ti fanno ingiuria, e così dobbiamo fare: se essi sono a noi infedeli, e noi dobbiamo essere a loro fedeli, e fedelmente cercare la loro salute; amarli di grazia e non di debito, cioè, che tu ti guardi da non amare il prossimo tuo per propria utilità, perche non sarebbe amore fedele e non risponderesti all’ amore che Dio ti porla; che còme Dio t’ha amata di grazia, così vuole, che non potendoli tu rendere questo amore, tu il renda ai prossimo tuo, amandolo di grazia e non di debito, come dello è; nè per ingiuria, nè perchè tu vedesse diminuire 1’ amore verso di le, o il diletto, o la propria utilità, non debbi tu diminuire, nè scemare l’amore verso del tuo prossimo, ma amarlo caritativamente, portando e sopportando i difelli suoi, con grande consolazione e riverenzia ragguardare i servi di Dio. Guarda che tu non facesse come le matte e stolte che si vogliono ponare, ed a investigare ed a giudicare li atti e costumi de’servi di Dio: troppo è degno di grande reprensione chi il fa: sappi, cbe non sarebbe altro, se non ponare legge e regola allo Spirito Santo, volendo fare andare i servi di Dio a nostro modo, la qual cosa non si potrebbe mai fare. Pensi quella anima che giogne a questo giudicio, che la barba della superbia non è anco fuore, nè la vera carila del prossimo non v’è anco dentro, cioè, d’amarlo di grazia e non di dubito. Adunque amiamo e non giudichiamo i servi di Dio, anco ci conviene amare gene* oralmente ogni creatura che ha in sè ragione; coloro che sono fuora della grazia, amargli con dolore ed amaritudine della colpa loro, perchè offendono Dio e l’anima loro; così t’accorderai col dolce innamoralo di Paulo che piagne con coloro cli

piangono, c gode

[p. 199 modifica]«99 con coloro die godono; così tu piagnerai con coloro che sono in stato di pianto per desiderio dell’ onore di Dio e-salute loro, e goderai coi servi di Dio, che godono, gustando Dio per affetto d’amore.

II. Vedi adunque, che nella carità concepiamo le virtù, è nella carità del prossimo si partoriscano; fa-^ cendo così, che tu realmente, senza.veruno amore o; cuore fìttivo, libero, senza veruno rispetto di propria utilità, o spirituale o temporale, tu ami il prossimo,* sarai vera serva, e risponderai col mezzo del prossimo all’amore che ti porta il tuo Creatore, e sarai sposa fedele e non infedele: allora manca la fede la sposa allo sposo suo, quando l’amore che debba dare a lui il dà ad altra creatura. Tu se’ sposa; vedi bene che il Figlinolo di Dio tutti ci sposò nella circoncisione, quando si tagliò la carne sua, dandoci quanto una stremità d’:nello in segno che voleva sposare l’umana generazione: tu, ragcuardando tanto amore ineffabile, il debbi amare senza veruno mezzo che sia fuore di Dio; così se’ fatta serva del prossimo tuo, servendolo in ogni cosa, secondo la tua possibilità: sicché di Cristo se’sposa e del prossimo debbi essere serva!

se tu se’sposa fedele, perchè dell’amore che noi portiamo a Dio, non poliamo fare utilità, nè servizio a lui, dobbiamo servire, come detto è, il prossimo nostro di vero e cordiale amore. In altro modo, nè in altra forma noi potiamo servire; e però ti dissi, ch’io desideravo di vederti vera serva e sposa di Cristo crocifisso. Altro non dico. Permane nella santa e dolce dilezione di Dio. Jesù dolce, Jesù amore. [p. 200 modifica]200 ;%lnnota»ione alla Lettera 1S5.

(//) Come s’ avvertì Delle annotazioni alla lettera idi, erano in Siena altre mantellate d’Ordini differenti; onde.questa Caterina vedova di Scbetto, dicesi ciantellata di s. Domenico. - In alcune antiche memorie trovasi in luoj’o di Schetto il nome di Ghetto, dicendosi Caterina di Ghetto, onde questa sarebbe la Caterina di cni si fe’parole per addietro.