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d’amore, e coir odio spregiamo il vizio; sicché vedi che in Dio concipiamo le virtù, e nel prossimo si parturiscono.

Sai bene che nella necessità del prossimo tuo, tu parturisci il figliuolo della carità che è dentro nell*anima; e nella ingiuria che tu ricevi da lui, la pazienzia, tu gli doni l’orazione singularmenle a coloro che ti fanno ingiuria, e così dobbiamo fare: se essi sono a noi infedeli, e noi dobbiamo essere a loro fedeli, e fedelmente cercare la loro salute; amarli di grazia e non di debito, cioè, che tu ti guardi da non amare il prossimo tuo per propria utilità, perche non sarebbe amore fedele e non risponderesti all’ amore che Dio ti porla; che còme Dio t’ha amata di grazia, così vuole, che non potendoli tu rendere questo amore, tu il renda ai prossimo tuo, amandolo di grazia e non di debito, come dello è; nè per ingiuria, nè perchè tu vedesse diminuire 1’ amore verso di le, o il diletto, o la propria utilità, non debbi tu diminuire, nè scemare l’amore verso del tuo prossimo, ma amarlo caritativamente, portando e sopportando i difelli suoi, con grande consolazione e riverenzia ragguardare i servi di Dio. Guarda che tu non facesse come le matte e stolte che si vogliono ponare, ed a investigare ed a giudicare li atti e costumi de’servi di Dio: troppo è degno di grande reprensione chi il fa: sappi, cbe non sarebbe altro, se non ponare legge e regola allo Spirito Santo, volendo fare andare i servi di Dio a nostro modo, la qual cosa non si potrebbe mai fare. Pensi quella anima che giogne a questo giudicio, che la barba della superbia non è anco fuore, nè la vera carila del prossimo non v’è anco dentro, cioè, d’amarlo di grazia e non di dubito. Adunque amiamo e non giudichiamo i servi di Dio, anco ci conviene amare gene* oralmente ogni creatura che ha in sè ragione; coloro che sono fuora della grazia, amargli con dolore ed amaritudine della colpa loro, perchè offendono Dio e l’anima loro; così t’accorderai col dolce innamoralo di Paulo che piagne con coloro cli

piangono, c gode