Epistole (Caterina da Siena)/Lettera 183

Lettera 182 Lettera 184

[p. 184 modifica]jS4 A MONNA AGNESA DONNA CHE FU DI MISSER ORSO M.VLAVOLTI.

J. La prega a volere assieme coll’altre sorelle imitare a. Maria Maddalena, e s. Agnese loro madre nella virtù della carila, dell’ umiltà e della perseveranza.

IL Le avvisa della consolazione che aveva ne! vivere assieme con quelle sante vergini, e la prega a benedire a suo nome Caterina ed altre sue figliuole spirituali.

Laudato sia il nostro dolce Salvatore.

I. voi carissima e dilettissima figliuola monna Agnesa e 1’ altre figliuole, io Catarina, serva inutile di Jesù Cristo, scrivo con amore e desiderio, risovvencndomi della parola die disse Cristo. Con desiderio ho desiderato di vedervi unite e trasformate in que Ho consumato ed ardentissimo amore, siccome fece quella aposlola innamorata Maddalena, nella quale tanto fu quello ardentissimo amore, che non curò neuna cosa creata. 0 dilettissime figliuole mie, imparate da questa vergine santa Agnesa (J) hi sanla vera umilità, perocché sempre volse avvilire sè medesima, sottomettendosi ad ogni creatura per Dio, retribuendo

cognoscendo ogni grazia e virtù avere da Dio, e così conservava in sè la virtù dell’umilità: dico che ella arse ancora della virtù della carilo, sempre cercando

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la salute delle creature, dando sempre s«v medesima nell’orazione, con una carità liberale e larga ad ogni creatura, e così dimostrava femore cbe aveva al suo Creatore. L’ altra fu la continua sollicitu«line e perseveranzia che ella ebbe, perocché mai non lassò, nè per dimonia, nò per creatura is virtuoso vivere. O dolcissima Vergine, come t’ accordasti con quella discepola innamorata Madrilena; perocché, se bene vedete, dilettissime figliuole, Maddalena si umiliò, e cognobbe sè medesima, e per» con tanto amore si riposò a piei del nostro dolce Saldatore; e se noi diciamo che ella li mostrasse amore, bene lo vediamo a quella croce sauta; perocché ella non teme Giudei e non teme di sè medesima, ma come spasimata, corre ed abbraccia la croce: non è dubbio, che per vedere il Maestro suo ella allaga di sangue.


Ur s inebbria d amore Maddalena in segno che ella e inebbriata del Maestro suo: ella il dimostra nelle creature sue, e questo fece dopo la tanta resurrezione, quando ella predicò nella città di Marsina (lì). Anco dico, che ella ebbe la virtù della perseveranzia, e questo mostrasti, dolcissima Maddalena, quando cercando il tuo dolcissimo Maestro, e non trovandolo nel luogo dove I avevi posto. 0 Maddalena, amore tu impazzi, perocché tu non avevi cuore, perocché elli era riposto col tuo dolcissimo Maestro e Salvatore nostro dolce, ma tu ne pigliasti buono pensiero per trovare il tuo dolce Jesu, perocché tu perseveri e non poni termine al tuo grandissimo dolore. O quanto fai bene, perocché tu vedi che la perseveranzia è quella che ti farà trovare il" tuo Maestro.

II. Or vedete, carissime mie suore, come queste due dilettissime madri e suore s’ accordano insieme; e pero io vi prego e vi comando, che voi entriate in questo santissimo mezzo,.perocché, stando in questo mezzo santo, da qualunque parte voi vi vollete. trovate virtù, e legate sarete allora, sicché non potrete fuggire che non siale legate: e singularmente coni[p. 186 modifica]186 manda a voi, monna Agnesa, figliuola mia, che voi vi leghiate a questa vergine santa Agnesa. Confortate

benedicete da parte di Cristo e mia, monna Rainie« ra (C) e tutte 1’altre mie figliuole; benediceterai e confortatemi Catarina di Gheto (D) mille volte da mia parte, e da parte d’ Alessa e mia (£) tutte. Sappiate che ci viene voglia di dire. Facciamo qui tre ta* bernacoli, perocché veramente ci pare il paradiso con queste santissime vergini (jF), e sonosi inebbriate di noi, che non ci lassano partire, e piangono sempre la partenzia nostra. Avemmo la vostra lettera. Benedicete la figliuola mia Catarina, e diteli eli* ella preghi Dio cbe la riempia di virtù, acciocché sia degna d’essare di queste sante donne. Confortatevi tutti da parte di Jesù Cristo crocifisso, e da parte della donna e sposa novella. Io Cecca so’ presso che monaca, perocché co* mincio a cantare di forza l’offizio con queste serve di Jesù Cristo.

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Annotazioni alla Lettera 183.


(A) Imparate da questa vergine santa Agnesa. Favella della beata Agnesa di Monte Pulciano, di cui fu ella divotissima, come altre volte s’è notato, trovandosi di questo tempo in quella terra, come vedesi dal tenore della presente lettera.

(Z?) Quando ella predicò nella città di Marsiglia. Stando questi Vergine alla tradizione si antica delle Chiese della Provenza, ove sono si copione le memori di santa Maria Maddalena e de’suoi fortunati compagni, ed a cui la sanla sedia apostolica, non mai fece opposizione, tiene ella, che la sauta piedicasse il \aagelo Della citta d. Marsiglia. Contro di questa si ricevuta tradizione, ba scritto nel secolo caduto Gio. Launoio, famoso critico di quel secolo, negando ancora l’andata di questa santa nelle Gallie, giusta r usanza pur troppo introdotta a questi ultimi «uri di porre in contesa i falli avuti già di parecchi secoli per indubitati, ed anche di negarli apertamente col solo argomento che spesso è fallace del silenzio intorno ad essi d’ alcuni autori.

(C) Monna Rainiera. Trovasi questa scritta Ira le manlcllate col Home di K era, vedova di Gano o Galgano, e forse è la priora delle suore della penitenza di cni sf favellò alla lettera 161.

(D) Catarina di Ghelo. Ancor essa ciantellila, avendo il suo nome nel ruolo delle suore di qnel tempo. Il nome d Gheto proImliilmente è accorciato da quello di Arrighelto o Fedeiighetto.

(E) t. mia. Cioè di Francesca di Clemente Gori, compagna dì sanla Caterina, e che scrisse*la lettera.

(f) Con queste tantissime vergini. Cioè le monache del monistero della beala Agnesa di Montepulciano.