Epistole (Caterina da Siena)/Lettera 18

Lettera 17 Lettera 19

[p. 107 modifica]AD URBANO VI. (A I Esorta il pipa a vestirsi d’ardentissima carità per vincere ogni fatica, ed ogni tribolazione, etl a resistere animosamente ai ribelli della diesa, che avevano eletto l’antipapa.

II. Desidera insieme con altri servi di Dio di dare la vita per la santa Chiesa.

III. Pre^a il ponteGce a fornirsi di baoni e tirinosi pastori, e confidare nell ajuto divino.

IV. Lo consiglia a far baona guardia della sua persona, per assicurar la vita dall’insidie de’ suoi nemici.

18» Al nome di Jesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.

I. tantissimo e dolcissimo padre in Cristo do.;e Jesù. lo Catarina, serva e schiava dei servi di Jesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo con desiderio di vedervi vestito del ’Vestimento forte dell ardentissima carità, acciocché li colpi che vi sono gittati dall’ iniqui uomini del mondo, amatori di loro medesimi, non vi possino nuocere, perocché veruno colpo è tanto terribile che possa offendere 1 anima che ò vestita di sì fatto vestimento; perchè Dio ò somma ed eterna fortezza; non può essere offeso nò percosso da noi per veruna nostra iniquità, cioè, che in sé non può ricevere veruna lesione; onde il nostro male a lui non nuoce, il nostro bene a lui non giova; solo a noi nuocerà il male; ed il bene gioverà a coloro che sono operatori del bene, mediante [p. 108 modifica]io8 In divina grazia. Sicché Dio è somma ed eterna fortezza, e chi sia in carità sta in Dio, e Dio in lui, perocché Dio è carità (i. Jo. 4 )-Adunque l’anima vestita di questo vestimento, perchè ella sta in Dio, siccome detto è, non è veruna cosa, nè fatica, nè veruna tribolazione, ch’el possa vincere, anzi dentro le fatiche si fortifica, provandosi in lui la verità della pazienzia e i colpi delli iniqui miserabili amatori di loro non vi offenderanno, l’affetto dell’anima vostra non atterreI ranno, nè la sposa della santa Chiesa, perchè non può venire meno, perchè l’è fondata sopra la viva pietra Cristo dolce Jesù. A cui nuoceranno questi colpi? a loro medesimi, santissimo e dolcissimo padre; che lì gittano: queste sciotte e saette (Z?) avvelenale torneranno a" loro; in voi percuotono solamente la corteccia e veruna altra cosa, non dandovi amaritudine e danno per lo scaldalo ed eresia che hanno seminata nel corpo mistico della santa Chiesa. Dilatatevi nella dilezione, dolce della carità senza veruna dubitazione, ma conformatevi e confortatevi col vostro capo dolce Jesù, il quale sempre dal principio del mondo insino all’ultimo, ha voluto e vorrà, che veruno grande fatto si facesse mai senza il molto sostenere; adunque senza timore veruno vi gittate tra queste spine col vestimento forte della carità. Oimè, oimè, non allentate li passi per queste fatiche, in veruno modo temete la vita del corpo vostro, cioè, che voi temiate di non perderla, che Dio è quello che è per voi, e se bisogna dare la vita, volontariamente si debbe dare. Oimè, disavventurata l’anima mia, cagione di tutti questi mali: ho inteso che li dimonj incarnati hanno eletto, non Cristo in terra, ma fatto nascere anticristo (C) c.oulra voi Cristo in terra, il quale confesso e non lo niego, che sete vicario di Cristo, che tenete le chiavi del cellajo della santa Chiesa, dove sta il sangue dell’immacolato agnello, e che voi sete d ministratole a mal grado di chi vuole dire il contrailo, cd a confusione della bugia, la quale Dio confonderà colla dolce verità sua, [p. 109 modifica]i°9 ctì in essa ha deliberato voi e la dolce sposa vostra.

Or oltra, santissimo Padre, senza timore s entri in questa battaglia, perchè nella battaglia ci bisogna 1 arme del vestimento, che è una arme dura della divina carità!

però vi dissi, che io desideravo di vedervi vestito di questo dolce e reale vestimento, acciocché più siate sicuro e inanimato a sostenere per gloria e loda del nome di Dio e salute dell’ anime; nascondetevi nel costato di Cristo crocifisso, cli

è una caverna; bagnatevi nel sangue dolcissimo suo; II. Ed io, come schiava ricomprata del sangue di Cristo, e tutti quelli che sono acconci a dare la vita per la verità, li quali Dio m’ ha dati ad amare di singolare amore ed avere cura della loro salute, siamo acconci tutti ad essere obbedienti alla S. V. e sostenere infino alla morte, ajutandovi coll’arme dell’orazione sant», e con seminare ed annunciare la verità in qualunque luogo piacela alla volontà dolce di Dio, ed alla S. V. Non dico più sopra questa materia; III. Fornitevi di buoni e virtuosi pastori, ed allato vogliate avere li servi di Dio: la speranza e la fede vostra non sia posta nell’ajuto umano, che viene meno, ma solo nell’ ajutorio divino, il quale non sarà tolto mai da voi, mentre che spereremo in esso ajutorio, anzi saremo tanto provveduti da Dio quanto spereremo in lui. Adunque in lui speriamo con tutto il cuore, con tutto l’affetto, con tutte le forze nostre: permanete nella santa e dolce dilezione di Dio.


i\, Pregovi, santissimo padre, quanto io so e posso, che oltre alla speranza che avete posta e porrete nel vostro Creatore, facciate buona guardia della vostra persona, perocché il dobbiamo fare per non tentare Dio in quello che ci è possibile, non lasciando perù quello che avete a fare, ma in tutto voglio che facciate questo di usare ogni cautela verso la vostra persona, perocché io so, che li malvagi uomini amatori del mondo e di loro medesimi, non dormono, ma con malizia ed astuzia cercano di torvi la vita (D); ma la [p. 110 modifica]dolce ed inestimabile bontà di Dio avanza ed avanzerà la loro malizia; provvederà al bisogno della spasa sua, ma non mancate voi, che dalla vostra parie non facciate quello che potete. Perdonate, perdonale, padre, alla mia presunzione, ma il dolore e l’amore me ne scusi, e la coscienzia che mi riprendeva, se io così non dicevo; e non rimarrò però in pace insino che il suono della voce viva, e con la presenzia dinanzi alla S. V., perche ho voglia di mettere il sangue e la vita, e distillare le midolle dell’ ossa nella santa Chiesa; poniamo che degna non ne sia. Prego la infinita bontà di Dio, che me e li altri che la vogliono dare, ce ne facci degni ora, che il tempo, che li fiori de’santi desideij si debbono aprire, e mostrare chi sarà amatore di sè o della verità. Non dico piò, che se io andassi alla voglia, non mi resterei. Umilmente v’addimando la vostra benedizione dolce. Anco v’addimando di sapere in verità la vostra voluntà (E), per fare con obbedienzia quello che sia onore di Dio e voluntà vostra, vicario di Cristo crocifisso, in ogni cosa obbedire in sino alla morte, quando Dio manderà la grazia. Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio. Jesù dolce; Jesù amore. [p. 111 modifica]111 Annotazioni nlla. Lettera IS.

(A) Fa scritta a’5 d’ottobre del 1878, come porta l’antica impressione d’Aldo, e però prima che la «anta si recasse a Roma.

(R) Li gittnno: queste scipite e saette ec. Sciotte voce storpiali, o ita in disuso di cni si ignora il significato.

(Q Ma /otto nascere anticristo. Usando ella di dare an tal nome apli scandalosi, ben poterà applicarlo anche a’cardinali ribelli.

Chiamava il papa Cristo in terra, e conseguentemente anticristo l’antipapa.

(D) Cercano di torvi la vita. Sappiamo infatti che piò Tolte si tentò di levargli la vita in quest anno e ne’seguenti; e da ultimo narra s. Antonio, che morisse di veleno l’anno 1389.

(E) La vostra valunto. Se dovesse recarsi a Roma, come fece per suo ordine, giungendovi a’28 di novembre. [p. 112 modifica]1 1 2 AD UHI5A1N0 VI. (4) I. Dell’amaritudine che affligge l’anima giusta vedendo l’offese ed il disonore di Dio e come questa possa cambiarti in dolcezza.

II. Della riformazione della Chiesa.

Al nome di Jesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.

I. tantissimo e dolcissimo padre in Cristo dolce Jesù. Io Catarina, serva e schiava de’servi di Jesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo, con desiderio di vedere tolta da voi ogni amaritudine e pena affliggitiva, che affliggesse 1’ anima vostra, e tolta la cagione d’ogni vostra pena, sola rimanga in voi quella dolce pena che ingrassa e fortifica l’anima, perchè procede dal fuoco della divina carità, cioè di dolerci e pigliare amaritudine solo delle colpe nostre, e del disonore di Dio che si fa nel corpo universale della Religione cristiana, e nel corpo mistico della santa Chiesa e della dannazione dell’anime degl’infedeli, le quali sono ricomperate dal sangue di Cristo come noi; del quale sangue, santissimo padre, voi tenete le chiavi, e veggonsi queste anime nelle mani delle dimonia.

Questa è quella pena che notrica 1’ anima nell’ onore di Dio, e pascela in su la mensa della santissima croce del cibo deH’anime, e la fortifica, perchè ha tolta da sè la debolezza dell’ amore proprio, il quale dà amaritudine, che affligge e disecca l’anima, perchè l’ha