Elementi di economia pubblica/Parte seconda/Introduzione

Parte seconda - Dell'agricoltura politica

Introduzione

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Parte seconda Parte seconda - Capitolo I


[p. 264 modifica] 1. Sarebbe inopportuno di qui ripetere gli inni e gli elogi che i più grandi scrittori hanno tessuto in favore dell’Agricoltura; basterà al politico, per apprezzarla, incoraggirla e promuoverla, il conoscerne l’utilità e la necessità per l’opulenza degli Stati, il sapere, che gli utili che ella produce sono i più durevoli contro l’urto de’ secoli e contro le vicissitudini delle politiche combinazioni, e che questa sorta di travaglio ha per base la costanza della natura, e gli altri l’incostanza degli uomini; basterà al saggio ed al filosofo, per amarla e studiarla, il considerare la natura d’una tale occupazione. La moltiplicità delle di lei operazioni è sempre animata e sostenuta da sempre nuove e lentamente crescenti utili produzioni. Mille sentimenti aggradevoli si eccitano in noi nel nutrire ed educare sostanze dalle quali trapela un debolissimo raggio di vita, e che coronano con un premio certo e non rimproverato la dolcezza ed indipendenza delle nostre occupazioni. Ivi si riunisce il doppio vantaggio del manuale e corporeo esercizio nell’aria libera ed aperta, che conserva un’allegra e pacifica sanità, con quello di esercitar la mente in sempre nuove combinazioni, e di spingere il pensiero indagatore nelle segrete e magistrali strade della natura. Finalmente può il filosofo esercitar la sua beneficenza sull’innocente e tranquilla popolazione de’ campi e fra i com[p. 265 modifica]pagni della sua fatica, fra quelli che sotto la sua direzione sudano sui pesanti vomeri al cocente raggio del sole dividere il frutto della sua industria, e ricreare le umili generazioni degli uomini nella pace e lontano dal vortice inquieto della città.

2. Sarebbe un escire dal mio istituto il qui dare i precetti fisici dell’agricoltura, i quali richiederebbero una cattedra a parte, e ben più di questa una non interrotta serie di diligenti sperienze e ricerche. Innumerabili libri sono stati scritti su questa materia, pochi sono che meritino d’essere letti, e ben più pochi che siano adattati alle comuni circostanze. Fra gli antichi, Catone, Varrone, Columella, Palladio; fra i moderni, varj in varie nazioni. Ma la maggior parte di questi hanno piuttosto osservata che tentata la natura, ed hanno piuttosto indagati gli ultimi suoi risultati che le primitive sue operazioni nel produrre i vegetabili; essendo lunghi i periodi della loro riproduzione, e moltiplici le varietà delle circostanze delle terre e dei climi. Si trovano moltiplici e contraddittorj precetti fra gli scrittori, e si è generata una diffidenza anche maggiore del bisogno ne’ coltivatori; onde quest’arte e questa scienza primogenita delle altre fu abbandonata alla cieca e lenta pratica ed alla limitata sagacità dei più rozzi agricoltori. Fra i moderni però non sono mancati eccellenti uomini, che si sono sforzati di cercare le strade generali e i più secreti processi della natura nella vegetazione. Hales nella Statistica dei vegetabili, Tull nel suo Nuovo Sistema, Home nei Principj della vegetazione, Bonnet nelle sue Osservazioni sopra l’uso delle foglie, Duhamel poi in tutte le eccellenti sue opere d’agricoltura, l’hanno assoggettata alla fisica, alla meccanica ed alla chimica; dalle quali scienze può solo acquistare la sua perfezione ed ingrandire le sue viste col mezzo dei filosofi coltivatori, per passar poi alla imitatrice pratica dei contadini, i quali dalle sole e ripetute esperienze possono essere ridotti al penoso cangiamento degli abituali loro metodi di operare.

3. Nostro scopo è solamente d’indagare i mezzi, onde l’agricoltura si perfezioni e si animi, quale influenza abbiano nell’opulenza degli Stati le diverse produzioni d’essa, qual [p. 266 modifica]proporzione debba passare fra le produzioni diverse delle terre e le arti e professioni degli uomini, come debbano esser dirette le sovraccennate produzioni, e quali siano e come devono essere rimossi gli ostacoli che si oppongono all’agricoltura medesima.

Per agricoltura politica noi intendiamo la direzione delle cinque arti primitive del genere umano, delle quali le altre tolte scaturiscono, cioè agricoltura, pastorale, pesca, caccia, metallurgia. Noi incominceremo dalla prima, come dalla più interessante.