El libro dell'amore/Oratione VII/Capitolo XVII
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Assai infino qui, o optimi convitati, che cosa sia l’amore, qual sia el vero amatore, quanta sia la utilità del vero amante, prima per le vostre disputationi e poi per la mia abbiamo felicemente trovato. Ditemi, chi è l’auctore, chi è el maestro di questa inventione tanto felice? Sappiate ch’egli è quel medesimo amore cagione del trovarlo el quale da noi è qui trovato. Perché noi accesi d’amore, dico d’amore di trovare l’amore, abbiamo cerco e trovato l’amore, in modo che a questo medesimo la gratia del cercare e del trovare si debba riferire. O mirabile magnificentia di questo dio Amore, o benignità sua sanza comparatione alcuna! Gli altri celestiali finalmente dopo lunga ricerca a mala pena un poco ci si mostrano, ma l’Amore ci si fa presente prima che lo cerchiamo; per la qual cosa agli huomini pare essere più obligati a questo che agli altri celestiali. Sono alcuni che hanno ardire di bestemmiare la divina potentia perch’ella fulmina e peccati nostri, sono alcuni che hanno in odio la sapientia di Dio, la quale a nostro dispecto tutte le nostre sceleratezze vede; ma el divino Amore, perch’egli è donatore di tutti e beni, nessuno è che possa non amare. Per la qual cosa, o amici miei, questo divino Amore el quale è tanto ad noi benigno e favorevole, adoriallo in tal modo che noi veneriamo la sapientia e con admiratione temiamo la potentia, acciò che mediante l’amore abbiamo tutta la divinità propitia, e amandola tutta con affecto d’amore tutta ancora con amore perpetuo la godiamo.