Dovunque il vago piè talor mi mena

Gabriello Chiabrera

XVII secolo Indice:Opere (Chiabrera).djvu Letteratura Dovunque il vago piè talor mi mena Intestazione 21 gennaio 2024 75% Da definire

Or che lunge da noi carreggia il Sole Cosmo, se giunge peregrino errante
Questo testo fa parte della raccolta Canzoni morali di Gabriello Chiabrera
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XX

AL SIG. RAFAELLO GUALTEROTTI

Doversi lodare le Provincie per la Virtù
degli Abitatori
.

Dovunque il vago piè talor mi mena
     Sotto straniero cielo a viver lieto,
     O dove mormorando il bel Sebeto
     Sembra di lacrimar l’alma sirena;
5O dove i sette colli, alto stupore,
     Fermano ogni ora al peregrino i passi,
     E creder fan co’ dissipati sassi
     Le meraviglie dell’antico onore;

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O dove tra le quete onde marine
     10La sposa di Nettun regna sicura;
     O dove l’Arno tra superbe mura
     Va d’ogni gloria coronato il crine.
Al fin dovunque, o Gualterotti, io giro
     Per gli Italici regni il guardo intento,
     15Opre, che immenso consumaro argento,
     Ed alta industria di Maestri io miro.
Qui saldo ponte a soggiogar de’ fiumi
     L’impeto ondoso stabili archi stende;
     Là sacro Tempio oltra le nubi ascende,
     20E fa vergogna al Sol con aurei lumi.
Superbi tetti a ricrear l’affanno,
     Ove stansi ad ogni ora i re sommersi;
     Orti, al cui segno i celebrati in versi,
     E favolosi Esperidi non vanno.
25Per poco indarno omai verno, ed estate
     Alternamente le stagion comparte,
     Tanto nel cielo obbedïenti all’arte
     Corrono l’aure fervide, e gelate.
Altera Italia di grand’ori e d’ostri,
     30E d’alti alberghi ha tutti sparsi i lidi;
     Ma gli antichi Tesei, gli antichi Alcidi
     Non ha l’altera Italia a’ giorni nostri.
     Se il fier Procuste, o s’apparisse il forte
     Per tante vite Gerïone in guerra;
     35Se il figlio infaticabil della Terra,
     Qual sorgerebbe destra alla lor morte?