Cosmo, se giunge peregrino errante
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XXI
AL SIG. COSMO RIDOLFI
Non doversi piangere chi muore onoratamente.
Cosmo, se giunge peregrino errante
Presso la tomba, ove Alessandro or posa,
Musa dispersa il crin, fosca il sembiante,
Così di lui gli narrerà dogliosa:
5O Peregrin, che alto valore egregio,
E nobil’ vite hai di cercar costume,
Chiudesi qui de’ Cavalcanti il pregio,
E di Toscana, e di Firenze un lume.
Di non frali tesor fornito appieno,
10Chiaro di sangue, sovruman d’aspetto,
Giovine d’anni, gli si accese in seno
Di sempiterna gloria alto diletto.
Nè pria sull’Istro ad immortali imprese,
Chiamava alteri cor tromba guerriera,
15Che là rapidamente il corso ei prese,
Qual veltro intento a fuggitiva fera.
Quivi che non oprò? Che non sofferse,
D’onor bramoso, entro le schiere armate?
Ah che tanto egli oprò, tanto sofferse,
20Che cadde al fin sulla più fresca etate.
Nè pianse abbandonar sul fior degli anni
Parenti, amici, e la paterna riva;
Ma pianse non durar più lunghi affanni,
Per più lasciarne sua memoria viva.
25Senti, che bella Stella in folto orrore
Chiuse colpo di morte acerbo ed empio:
Va Peregrino, e fa, che fermi il core
Di cotanta virtù nel chiaro esempio.
Cosmo, in tal guisa canterà Permesso
30Lui, che morendo a sospirar l’invita;
Ned ei per morte chiamerassi oppresso,
Chè altri non muor, se da Virtude ha vita.