Cosmo, se giunge peregrino errante

Gabriello Chiabrera

XVII secolo Indice:Opere (Chiabrera).djvu Letteratura Intestazione 21 gennaio 2024 75% Da definire

Dovunque il vago piè talor mi mena Ecco trascorre, e per le vie del cielo
Questo testo fa parte della raccolta Canzoni morali di Gabriello Chiabrera
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XXI

AL SIG. COSMO RIDOLFI

Non doversi piangere chi muore onoratamente.

Cosmo, se giunge peregrino errante
     Presso la tomba, ove Alessandro or posa,
     Musa dispersa il crin, fosca il sembiante,
     Così di lui gli narrerà dogliosa:
5O Peregrin, che alto valore egregio,
     E nobil’ vite hai di cercar costume,
     Chiudesi qui de’ Cavalcanti il pregio,
     E di Toscana, e di Firenze un lume.
Di non frali tesor fornito appieno,
     10Chiaro di sangue, sovruman d’aspetto,
     Giovine d’anni, gli si accese in seno
     Di sempiterna gloria alto diletto.
Nè pria sull’Istro ad immortali imprese,
     Chiamava alteri cor tromba guerriera,
     15Che là rapidamente il corso ei prese,
     Qual veltro intento a fuggitiva fera.
Quivi che non oprò? Che non sofferse,
     D’onor bramoso, entro le schiere armate?
     Ah che tanto egli oprò, tanto sofferse,
     20Che cadde al fin sulla più fresca etate.
Nè pianse abbandonar sul fior degli anni
     Parenti, amici, e la paterna riva;
     Ma pianse non durar più lunghi affanni,
     Per più lasciarne sua memoria viva.
25Senti, che bella Stella in folto orrore
     Chiuse colpo di morte acerbo ed empio:
     Va Peregrino, e fa, che fermi il core
     Di cotanta virtù nel chiaro esempio.
Cosmo, in tal guisa canterà Permesso
     30Lui, che morendo a sospirar l’invita;
     Ned ei per morte chiamerassi oppresso,
     Chè altri non muor, se da Virtude ha vita.