Or che lunge da noi carreggia il Sole
Questo testo è completo, ma ancora da rileggere. |
◄ | Contra gli assalti di Nettun spumanti | Dovunque il vago piè talor mi mena | ► |
XIX
A MONSIGNOR ANGELO CAPPONI
A varie età convenirsi varj diletti.
Or che lunge da noi carreggia il Sole,
Avaro di suo lume a’ giorni brevi,
Io schifo delle piogge e delle nevi
Torno d’Omero alle dilette scuole;
5E ne’ bei canti suoi l’anima impara,
Come il disdegno de’ gran regi è forte,
Quando la fuga, e degli Achei la morte
Era al figlio di Tetide sè cara:
E che si acquista onor, forte ei n’insegna,
10Per fatiche acerbissime sofferte,
Quando al germe affannato di Laerte
Dar bella gloria ed immortal s’ingegna.
Si rinchiuso tra’ libri il corso umano
Passo passo avvicino al corso eterno,
15Già grave d’anni, ed a temprare il verno,
Bacco ho non lungi, e da vicin Vulcano.
Tu, che di caldo sangue, Angelo, avvampi,
Robusto i fianchi nell’età giojosa,
All’apparir della Titonia sposa
20I veltri sveglia, e va correndo i campi.
Dolce mirar, dove celata alberga
Timidissima lepre, al fuggir presta;
Dolce mirar cinghial per la foresta
Infocar gli occhi, ed inasprir le terga.
25Dolce mirar non manco in un momento
Divorare i selvatici sentieri,
E lasciar palpitando i can leggieri
Cervetta pie di piuma e piè di vento.
Nè paventare entro le selve alpine
30Unqua d’Amor l’insidïose reti;
Ch’ei tra mirti fioriti, e tra laureti,
Lacci suol far d’innanellato crine.