Doria, col corso de' celesti giri
Questo testo è completo, ma ancora da rileggere. |
◄ | Corsi, già mille volle in mille scuole | Mentre sotto l'insegne i guerrier pronti | ► |
XXXIX
AL SIGNOR JACOPO DORIA
La Gloria venire dalla Virtù.
Doria, col corso de’ celesti giri
Va nostra vita, e su volubil ali
Il tempo rio ne’ miseri mortali
Cangia con la sembianza anco i desiri.
5Non mi si neghi: per non debil prova
Oso affermarlo: io de’ miei di fioriti
Passai l’Aprile in celebrar conviti,
Ove lieto Imeneo danze rinnova.
Forza d’alta beltà, ch’empie gli amanti
10Di caro duol, tiranneggiò mia cetra;
E dolci piaghe di mortal faretra,
Onde guerreggia Amor, furo miei canti.
Oggi che imbianco, e che di gelid’anni
Verno m’involve, altrove ergo i pensieri,
15Intento a vagheggiar gli spirti alteri,
Che vanno al ciel tra peregrini affanni
Per vario calle: altri terribil’asta
Vibra, Campion delle paterne mura;
E chi d’Astrea l’alme ragion procura
20Che giuste leggi, e d’oltraggiar contrasta:
Alcun le ricche gemme, onde l’Aurora
Adorna gli Indi, al poverel comparte,
E schifo d’ôr, con ammirabil’arte
Tra l’umane caligini s’indora.
25Jacopo, di costor gli alti costumi
In tua nobil magion non vengon meno,
Anzi, qual Orïon nel ciel sereno,
Splender veggiam tra scintillanti lumi;
Cotal di pregi, a meraviglia chiari,
30Quaggiù tuo sangue fa mirarsi adorno;
Ma sì fatti splendor non son tuo scorno:
Sì per l’esempio ad illustrarti impari.
Sferza te stesso, ed alle fide scorte
Affisa il guardo, e spingi innanzi il piede.
35Sul colmo delle stelle è nostra sede,
Ed inclita virtù n’apre le porte.
Chi sotto giogo vil l’anima abbassa,
Poco suoi sensi a contrastare ardito,
Calca il sentier di Lete e di Cocito,
40E sul sepolcro al fin nome non lassa.