Corsi, già mille volle in mille scuole

Gabriello Chiabrera

XVII secolo Indice:Opere (Chiabrera).djvu Letteratura Corsi, già mille volle in mille scuole Intestazione 21 gennaio 2024 75% Da definire

Carlo, del ciel tra i luminosi giri Doria, col corso de' celesti giri
Questo testo fa parte della raccolta Canzoni morali di Gabriello Chiabrera
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XXXVIII

AL SIGNOR JACOPO CORSI

Che fugaci sono i beni del mondo.

Corsi, già mille volte in mille scuole
     L’umano orgoglio condannare intesi,
     E in mille carte celebrate appresi,
     Che il Mondo alletta, e che tradir poi suole:
5Che gli almi pregi, e di virtù gli onori
     Han seco tal valor, che dura eterno;
     Ma che il rio tempo, e l’ore ladre a scherno
     Han la possanza degli scettri, e gli ori.
Ciò bene udito mille volte, e letto
     10Poco fu meco a consigliar la mente,
     Anzi, qual peregrin, velocemente
     Appena giunto egli m’uscì dal petto.
Or io, che sorda tenni l’alma e dura
     De’ saggi detti all’immortal consiglio,
     15Uscii d’error come rivolsi il ciglio
     Corsi, di Roma alle disperse mura.
Teco pien di vaghezza i marmi egregi
     Giva cercando, e le colonne e gli archi,
     Gli ampj teatri, a cui fregiar non parchi
     20Fur di grand’oro imperatori e Regi.
Che a tal segno sorgesse umano ingegno
     Da prima in rimirar meco ammirai;
     Poscia la mente di stupor colmai
     Scorgendo si bell’opre a si vil segno.
25L’Esquilie, il Celio e l’Aventin sublime,
     L’alta Suburra, e le Carine istesse
     Or son di zappator vendemmia e messe,
     Che fra regali alberghi aratro imprime.
Nell’auree scene, ove del Cielo uditi
     30Per bocca de’ mortali erano i canti,
     Oggi s’odono ognor greggie mugghianti;
     Che parlo io di mugghiar? S’odon grugniti.
O sette colli, or fatto esempio e specchio,
     Cui dentro la mortal miseria miro,
     35Per la vostra ruina io men sospiro,
     Se tra dure fortune omai m’invecchio.