Dopo le nozze/Intorno al tavolino

Intorno al tavolino

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La biblioteca della famiglia Complemento dell’educazione

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INTORNO AL TAVOLINO


Con molto dispiacere vedo scomparire fra noi il gusto di quei lavori che facevano la delizia delle nostre avole e delle nostre mamme, e che riunivano intorno al tavolino tutta l’allegra famigliuola; intendo parlare dei lavori femminili, che davano al nostro sesso una certa poesia e servivano ad occuparci utilmente e a farci amare la casa. È un fatto; noi lavoriamo meno delle nostre mamme e le nostre figliuole vengono educate in modo che di certi lavori s’occuperanno assai meno di noi, tanto che non [p. 167 modifica]vedo molto lontano il tempo in cui i lavori d’ago altro non saranno che un ricordo del passato, e, come Dante rimpiange i tempi in cui la donna:


Traendo alla rocca la chioma
Favoleggiava colla sua famiglia
De’ Troiani, di Fiesole e di Roma,

così i poeti dell’avvenire rimpiangeranno il tempo in cui:


La vecchierella intenta alla calzetta
Narrava di quei dì quand’era sposa,
E la fanciulla facea andare in fretta
Sopra il ricamo la manina snella
Intonando d’amor la canzonetta.

È certo che se la continua di questo passo, per trovare una donna col lavoro in mano si dovrà andare a cercarla nei più ignorati recessi, dove non sia ancora penetrato il progresso, e forse forse con tanti mezzi di comunicazione sarà giunto fin là a portarvi molti vantaggi, ne convengo, [p. 168 modifica] ma a far scomparire nel medesimo tempo delle buone consuetudini.

Come i filatoi hanno ucciso la rocca e il fuso, così le macchine da cucire uccideranno i lavori femminili, e se per un momento hanno invaso le nostre dimore, ben presto le abbandoneranno, riducendosi a finire nei laboratori e nelle officine, trascinandosi dietro tutti quei lavori che furono per molto tempo il nostro passatempo e la nostra occupazione.

È inutile farsi delle illusioni, la macchina da cucire non può riunire intornio a sè la famiglia. La signora che la adopera non può rivolgere altrove la sua attenzione, dar retta a quello che i figliuoli le chiedono, nè conversare colle amiche o dirigere le faccende domestiche; deve essere tutta intenta alla sua macchinetta, e farla andare a furia di braccia e di gambe, a guisa di un arrotino, ciò che non dà affatto grazia ai suoi movimenti. Gli uomini che amavano tanto di vedere le donne intente ai lavori adatti al loro sesso, odiano [p. 169 modifica] le macchine da cucire, che gl’impediscono di parlare e di comunicare le proprie idee alla moglie, perchè hanno un bel chiamarle Silenziose, le macchinette si fanno più o meno tutte sentire, ed è un rumore uggioso, monotono come il ronzìo d’una vespa o d’una zanzara che impedisce le intime conversazioni non solo, ma dà ai nervi a quelli che lo ascoltano: pretesto di più pei mariti per disertare la casa e fare il vuoto intorno a quella che l’adopera.

Del resto, state pur tranquille, signore mie, che uno di questi giorni si troverà il modo di far andare la macchina da cucire o colla forza del vapore o coll’elettricità; hanno già a quest’ora cominciato a farla lavorare col peso di alcuni animali, dunque ben presto non avranno più bisogno di noi, e mancandoci un’occupazione adatta al nostro sesso e alla vita casalinga, ne cercheremo di quelle fuori della nostra cerchia e abbandoneremo la casa, oppure staremo nell’ozio, che sarà peggio. [p. 170 modifica]

Il giorno che non si avesse più il benefìcio di poterci occupare dei lavori d’ago, v’assicuro io che si rimpiangerebbero ben bene.

Mi ricordo appunto un giorno d’estate, che mi trovavo sotto ad un pergolato, lavorando e chiacchierando allegramente con alcune altre signore, ed i nostri lavori servivano per tenere animata la nostra conversazione; ora si faceva una discussione a proposito d’un colore, ora una voleva fare un punto nel lavoro dell’altra, e si rideva e ce la passavamo allegramente.

Un signore stava accanto a noi e prima avea preso parte alla nostra conversazione, poi avea fumato un sigaretto e finalmente avea prese le forbici o s’era posto a tagliuzzare un pezzettino di lana, non parlava più e avea una faccia da annoiato che facea venir l’uggia.

— A che pensate? — diss’io facendomi dare le forbici che mi abbisognavano.

— Penso, — rispose, — che voi signore siete felici e v’invidio. [p. 171 modifica]

— Oh bella! — si fece noi in coro, — e dire che invece siamo noi che invidiamo continuamente gli nomini.

— Sarà benissimo, e in certe cose convengo che il vantaggio è tutto da parte nostra, ma in questo momento pensavo quanto sono felici le signore di potere avere fra le mani un lavoro grazioso che permette qualche volta di isolarsi e di riposarsi, e nell’istesso tempo non occupa la mente e lascia liberi di prender parte alla conversazione; ma sapete quanto si sarebbe felici noi di poter fare altrettanto! Mi pare che allora non si avrebbe un minuto di noia, ed invece ci sono delle ore che non si sa come passarle; se m’avessero insegnato a fare un po’ di punto a croce o di lavoro all’uncinetto come sarei contento!

Noi ci si mise a ridere, ma si pensò che quel signore non aveva tutto il torto, e almeno in quel momento si provò un po’ più d’amore e di gratitudine per i ricami che avevamo in mano. [p. 172 modifica]

Io spero nel buon senso delle donne del nostro tempo e sono certa che inizieranno le loro figliuole in quei lavori che furono per gran tempo la nostra consolazione e la nostra gloria.

Non si può tutto il giorno occupare la mente in studii severi, e rimanendo spesso raccolte fra le mura domestiche, abbiamo bisogno d’un’occupazione che ci permetta di stare tranquille e sedute per qualche ora e nello stesso tempo di ascoltare e vedere quello che si fa e che si dice intorno a noi, e ci possa raccogliere tutti uniti in un comune lavoro. Senza un’occupazione la famiglia sarebbe come sbandata, non ci sarebbe un punto d’appoggio, e le fanciulle dopo avere occupata qualche ora colla lettura e la musica, sciuperebbero una quantità di tempo ad agghindarsi allo specchio o starebbero alla finestra per vedere quelli che passano; le signore sarebbero irrequiete e nervose e finirebbero coll’uscire di casa gran parte della giornata, mentre, lo dissi anche in altre occasioni e lo ripeto, i la[p. 173 modifica]vori d’ago giovano molto a calmare i nostri nervi troppo suscettibili e ci aiutano ad esercitar quella qualità preziosa che è la pazienza, e perciò sono di moltissima importanza nell’educazione femminile, onde io vorrei che in una famiglia, sia povera o ricca, ci fossero alcune ore dedicate esclusivamente a simili lavori. Non ci vuol molta intelligenza, essendo cose piuttosto materiali; ma ci vuole esercizio affinchè riescano bene. Nessuno, ma noi donne specialmente, non possiamo sapere qual sorte ci è riserbata per l’avvenire, e so di molte che si sono trovate contente di poter soltanto coll’abilità delle loro mani aggiustare le loro vesti e fare dei vestitini ai loro figliuoli, e hanno potuto conservare così una certa apparenza esteriore anche non avendo mezzi per poter cambiar foggia ad ogni mutar di figurino. Le signore ricche potendo ingegnarsi e fare qualche lavoruccio colle loro mani si troveranno più felici di passar alcune ore occupate utilmente e se ciò potrà servir loro di fare qualche eco[p. 174 modifica]nomia potranno spendere il superfluo a beneficio dei poveri. Ora che le esigenze sono tante ed anche i ricchi non si possono concedere la compiacenza di poter aiutare il povero che manca di tutto, molte si troverebbero contente di occupare i loro ozii col fare corpetti, calze e coperte che possano un giorno portare negli squallidi tugurii, insieme al benessere e al calore, il soffio benefico della carità. Poi vengono i lavori di ricamo che sono i più divertenti, i quali abitueranno le nostre figliuole all’armonia dei colori, e faranno loro acquistare un po’ di gusto artistico.

Se la mia voce giunge fino a voi, o madri del presente e dell’avvenire, vi prego di tener viva nelle vostre case la poesia del lavoro, di raccogliere in certe ore tutta la famiglia intorno al tavolino, e pur ragionando delle cose del mondo, e insegnando la virtù ai vostri figli e nipoti, e scambiando con essi le vostre idee, ciò non vi impedisca d’avere in mano qualche lavoro, che se non siete ricche vi potrà aiutare [p. 175 modifica] a procurare un po’ di benessere alla vostra famiglia, e se appartenete ai fortunati del mondo, potrà andare a portare un po’ di benessere e di gioia là dove mancano tutte le necessità della vita.