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Kavafis

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Caro Gobbler,

scusa se ti parrò brusco, ma férmati.

Sulla tua pagina di Wikivoyage ti avevo già risposto ieri riguardo alle traduzioni, e mi duole confermare che qui su Wikisource non accettiamo traduzioni inedite. In compenso se hai confidenza con biblioteche digitali greche come questa dove si trovi del materiale in italiano di autori nel Pubblico Dominio o si trovino traduzioni libere in italiano — una delle mie ultime scoperte è Antonio Manussos e il suo canzoniere bilingue, la tua conoscenza del greco ci può essere preziosissima.

Quanto a Νηπενθή può tradursi con "indolore" piuttosto che con il più sostenuto "anodino". Se la desinenza è un neutro plurale (in greco antico non avrei alcun dubbio) come suggerito dal γελώ στα πένθη nell'introduzione, il "cose prive di dolore" si può rendere con "innocenze" ("cose prive di nocumento"), ma da quel che leggo c'è una strabiliante affinità antifrastica con le Dolcezze di Sergio Corazzini. Questa contraddittorietà del termine è presente anche nel termine italiano, che descrive delle belle ma esiziali piante carnivore. - εΔω 07:04, 28 gen 2013 (CET)Rispondi