Cerchiamo di capirci. Non accettiamo traduzioni degli utenti ed abbiamo già una versione di un tale chiamato Giovanni Pascoli. Evita di caricare nuovamente il tuo testo. -- iPorkscrivimi 23:10, 6 lug 2008 (CEST)Rispondi

Al prossimo vandalismo scatta il blocco! modifica

-- iPorkscrivimi 17:51, 8 lug 2008 (CEST)Rispondi

Sine ira et studio modifica

Gentile Professor Ragone,

con tutta la comprensione e l'apprezzamento per la raffinata rilettura dell'ode oraziana non vedo motivo di insistere con un inserimento che appare sempre meno sensato e viene letto appunto come provocatorio:

  • Il testo è già presente sul suo blog. È necessario porlo anche qui se non è accettato in base alle attuali politiche editoriali? Cioè
  • Le traduzioni sono accettate se già edite e libere da diritto d'autore: le ragioni sono state ampiamente spiegate e sono stati dati i collegamenti alle pagine contenenti le politiche editoriali frutto di ampie discussioni e decisioni sofferte. Vuole pubblicare un suo testo? Lo può fare altrove in un sito più lungimirante di questo (come il suo blog)
  • I casi sono due: o desidera contribuire al progetto con la sua traduzione, ponendola peraltro infelicemente a confronto con quella pascoliana, oppure, come si potrebbe desumere dall'inserimento di nome-cognome-blog in stile me me adsum qui feci, desidera diffondere la fama della propria maestria di traduttore (non le basta quella accademica?)
  • Desidera cambiare le regole di questo progetto? Bene, ma questo passa dall'aspetto collaborativo insito nei progetti Wiki per cui facendo parte della comunità e agendo in essa si acquisisce il credito per proporre e rimettere in discussione punti precedentemente fissati. Purtroppo questo avviene indipendentemente dall'essere traduttori professionisti o luminari universitari.
  • Apprezzo il suo desiderio di contribuire al progetto, e se vuole continuare a farlo può leggere le pagine d'aiuto precedentemente indicatele. se le ignora e desidera agire a modo suo in nome di una supposta "libertà", sappia che i custodes (eletti dalla comunità entro la quale si sono ritagliati la fiducia per poter agire come custodes) possono agire allo scopo di garantire il rispetto delle regole già ampiamente illustratele. Spero che non si giunga al blocco della sua utenza e che il dialogo prosegua con la registrazione di una sua utenza che varrà come firma dei suoi contributi, e con contributi accettati da questo miope progetto (ma facciamo una scommessa: secondo lei tra wikisource e il suo blog dotato di dominio ".com" quale dei due ha maggiori possibilità di mantenersi in esistenza, libero da pubblicità e sponsor e gratuito tra dieci anni?). - εΔω 18:27, 8 lug 2008 (CEST)Rispondi

Gentile Orbilius Magister o iPork, io non stavo insistendo per l'inserimento. Diciamo che stavo 'provocando' delle reazioni, peraltro senza adoperare nickname o altre maschere che dir si voglia (me me adsum qui feci), e le ho avute. Va bene adesso se dico di essermi infilato in un ginepraio?

Interessante. Per uscirne non vedo che un altro bivio:
  • acquisisce un'utenza e comincia da qualcosa (guardi, non c'è che l'imbarazzo della scelta, può aiutare anche solo rileggendo opere che non attendono altro che di essere corrette da occhio umano, se poi vorrà inserire testi ne possiamo parlare con calma), sarà seguito e farà parte dii una comunità in cui tutti possono essere custodi e custoditi allo stesso tempo. Se sarà costante nel contributo nel tempo questo sarà la sua carta d'identità e la certificazione di autorevolezza quando proporrà di ridiscotere le regole (abbiamo delle pagine apposite per questo tipo di misurazioni...)
  • ci lascia tranquilli a compiere la nostra lenta ma costante ricerca di qualità totale, ci osserva crescere e se e quando avrà colto lo spirito e la modalità con cui collaborare con il progetto o noi o chi dopo di noi la attenderà a braccia aperte alle condizioni descritte nel punto precedente.
In effetti ci sarebbe un terzo punto, cioè che se ne vada e si dimentichi di noi, ma ho come l'impressione che provocandoci stia cercando di conoscerci e incontrarci più che di dimenticarci e deprecarci... - εΔω 19:47, 8 lug 2008 (CEST)Rispondi

Preferisco per ora rimanere nel ginepraio a meditare sugli esiti di questa commediola in quattordici battute e qualche affondo, che ha avuto origine da uno sbaglio (mio) ed è forse proseguita per eccesso di zelo (vostro). Resto dell'idea che è meglio concedere il beneficio del dubbio, optando per la colpa, che rimbrottare con toni perentori, preferendo la premeditazione [Cerchiamo di capirci. Non accettiamo traduzioni degli utenti ed abbiamo già una versione di un tale chiamato Giovanni Pascoli. Evita di caricare nuovamente il tuo testo]. Del resto, è proprio quando il gioco si fa duro che i duri cominciano a giocare. Al prossimo bivio.