Discorso sul testo della Commedia di Dante/XVI
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XVI. Questo Payne Knight era uomo di forte intelletto; di non vaste letture, ma che parevano immedesimate ne’ suoi pensieri e raccolte non tanto per nudrire i suoi studj, quanto per essere nudrite dalla sua mente. Era nuovo e luminosissimo in molte idee; e quantunque ei potesse dimostrarne alcune e ridurle a principj sicuri, intendeva che tutte fossero assiomi ai quali non occorrono prove; e dalle conseguenze ch’ei ne traeva, escludeva inflessibile qualunque eccezione; ond’erano inapplicabili, e sembravano assurde: ma quantunque ei parlasse energicamente ad esporle, non pareva o non voleva essere eloquente a difenderle; e quando s’accorse d’avere errato, lo confessò1. Aveva signorili costumi, e animo libero e sdegnoso d’applausi; nè fra molti avversarj gli mancarono nobili lodatori: ed Heyne non lo cita che non lo esalti. E certo se molti seppero notomizzare la poesia e la lingua greca meglio di lui, pochi hanno potuto conoscerne l’indole al pari di lui; e nessuno lo ha mai preceduto, e pochi potranno seguirlo a investigarle nelle loro remotissime fonti. Studiando le reliquie dell’antichità ad illustrare i tempi omerici, ne radunò molte a grandissimo prezzo; e sono da vedersi nel Museo Britannico, ov’ei per amore di letteratura e di patria, e con giusta ambizione di nome, le lasciò per legato. Venne, pochi mesi addietro, a visitarmi; e discorrendo egli intorno agli eroi più o meno giovani dell’Iliade, io notai che stando a’ suoi computi, Achille sarebbe stato guerriero, imberbe. Risposemi, ch’ei non si dava per vinto; ma ch’ei cominciava a sentire la vanità della vita, e non gl’importava oggimai di vittorie. Nè la poesia nè la realtà delle cose giovavano più a liberarlo dal tedio che addormentava in lui tutti i sentimenti dell’anima; e, dopo non molti giorni, morì: ed io ne parlo perchè i suoi concittadini ne taciono.
Note
- ↑ Ob multos errores in libro de hac re, anglice scripto, piacularem esse profiteor. Prolegom. in Homerum, sect CLI.