Diario del principe Agostino Chigi Albani/Anno 1839

Anno 1839

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1839

FEBBRAIO


Venerdì 8. — Verso il fare del giorno si è manifetato un forte incendio al palazzo di Venezia, e precisamente nell’estremità, che fa angolo verso il palazzo Altieri. Sono rimaste preda delle fiamme alcune camere, segnatamente qualcuna destinata a uso di guardaroba, ed una parte di tetto. La cagione dell’incendio rimane sempre incerta; attribuendosi da alcuni a della cenere non bene raffredata rinchiusa in una cassa, da altri ad uno scaldino lasciato dentro un credenzone. II danno del fabbricato è gravissimo, ma tenue in proporzione di quello che sarebbe potuto essere senza i soccorsi apprestati in quel vastissimo e vecchissimo edifizio. La perdita degli effetti appartenenti all’Ambasciatore d’Austria, alla sua moglie e famiglia non si può ancor valutare; per quello che dicevasi oggi pare che consista essenzialmente in biancheria.


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Martedì 19. — Ieri sera tra l’un’ora e le due di notte italiane, nell’Ospizio di S. Michele a Ripa rovinò un grande arco della cucina che sosteneva l’infermeria delle donne vecchie, che rovinò in conseguenza anch’esso rimanendovi morte due di esse, che erano in letto; ed essendo caduta anche porzione del muro esterno, che guarda verso l’orto dei frati di S. Francesco a Ripa, vi restò sepolta sotto le macerie una povera donna vignarola che vi si trovò a passare col marito ed un figlio, quali rimasero illesi; essa fu estratta viva dalle rovine, ma morì alcune ore dopo all’ospedale della Consolazione dove fu trasportata. Si assicura che ieri mattina il capo mastro muratore di casa predicesse l’imminente disastro; ma che chiamato l’architetto del luogo pio Poletti, assicurasse non esservi alcun pericolo.


MARZO


Giovedì 21. — Questa mattina è seguito l’innalzamento della nuova campana di Monte Citorio, il di cui peso, per quanto si dice, ascende ad ottomila e qualche centinaio di libbre. Prima d’innalzarla è stata benedetta solennemente da Monsignor Piatti viceregente, al quale effetto è stato eretto un altare addossato alla Guglia della piazza, ricoperto di tende e parati. L’elevazione si è fatta in venticinque minuti, circa di tempo, non compreso l’adattamento nel campanile, coli’ opera di argani collocati dentro il cortile del palazzo, e serviti dai forzati.


APRILE


Giovedì 11. — L altro giorno D. Michele Re in partibus di Portogallo passando con due di compagnia a cavallo per la macchia di Nettuno verso Carroceto fu fermato da alcuni malviventi, che lo fecero porre colla faccia in terra e gli presero lo schioppo, una cinquantina di scudi che aveva in dosso, e, si dice, anche un orologio.


MAGGIO


Lunedì 13. — Questa mattina di buon’ora è morto il Cardinale Fesch, la di cui salute era disperata da molto tempo per [p. 148 modifica]un canchero al petto, male non comune negli uomini. Egli era in età di 76 anni compiti.

Domenica 26. — Questa mattina a S. Pietro si è fatta la canonizzazione dei cinque Beati, Alfonso De Liguori, Francesco Di Girolamo, Giuseppe della Croce, Pacifico da S. Severino e Veronica Giuliani. Tutto si è praticato come in quella del 1807 colla sola differenza che il Papa dopo aver pontificato la Messa, ha dato la benedizione dalla loggia. L’atto della canonizzazione seguito dalle salve di artiglieria e dal suono delle campane per un’ora, è stato circa le 9,15 di Francia. La paratura non ha incontrato l’approvazione di alcuno; l’illuminazione è stata scarsa, e meschinissima nel taglio della cera.


GIUGNO


Sabato 29. — Questa sera vi è stata la Girandola. Poco prima che cominciasse il fuoco essendosi suscitato un allarme (al solito senza che sì sappia donde provenuto) tra la folla che occupava la piazza di Ponte ed avendo incominciato la gente a darsi inconsideratamente alla fuga in ogni direzione ne è nato un gran disordine, rovesciamento di sedie, perdite di cappelli, scarpe, scialli, ecc. fortunatamente però pare senza alcun danno, almeno notabile di persone. Il principio della Girandola ha contribuito a far cessare la confusione,


LUGLIO


Sabato 27. — Oggi circa le 21 ore italiane è rovinata una parte del Monastero della Nunziatina all’arco dei Pantani, e quella precisamente ove era l’infermeria. Sei monache erano state disotterrate dalle rovine, delle quali quattro morte, e due moribonde; altre tre stavano sino a questa sera ancora sepolte.

Domenica 28. — Pare che delle monache della Nunziatina, estratte ieri dalle rovine, solo tre fossero morte, e che delle tre ritrovate vive, due diano qualche lusinga di poter essere salvate. Due sono state dissotterrate oggi morte, e pare, secondo l’ultima versione, non ne sia rimasta alcuna sotto le macerie.

Martedi 30. — Lo stato definitivo delle vittime della rovina del monastero della Nunziatina, secondo il Diario di oggi [p. 149 modifica]è il seguente: morte N. 6, con qualche speranza di salute N. 2. e una che non è stata ancor ritrovata.

Mercoledì 31. — Questa mattina sono andato con Checco a vedere le rovine della Nunziatina, ove ieri fu ritrovato il corpo della monaca che ancora mancava.


AGOSTO


Domenica 4. — Fino da ieri si sono cominciate a distribuire le lettere alle ferrate e sotto il portico della posta mentre da che si cominciò la fabbrica erano state distribuite dalla parte di Monte Citorio.

Martedì 6. — Si è posto mano alla demolizione del campanile della Nunziatina che minacciava anch’esso rovina.

Mercoledì 28. — Questa mattina tra le 9 e le 10 di Francia è saltata in aria una casa in Borgo, ove si fabbricavano i fuochi di artifizio. Pare che le persone rimaste sotto le rovine ed estratte da esse siano in numero dì sette; quante ne siano morte non si è ancora appurato.

Giovedì 29. — Pare che tre sinora siano i morti per l’esplosione accaduta ieri; ma pare altresì che resti ancora da ritrovarsi sotto le rovine qualche altro infelice.


SETTEMBRE


Giovedì 19. — Si sente che siasi ristabilita la Nunziatura di Torino, che vacava da circa un secolo o poco meno e che Monsignor Massi, vescovo di Gubbio (che trovasi già in Roma) sia il soggetto destinato ad occuparla.

Venerdì 20. — Corre voce che a Monsignor Pila sia stato intimato di sposare dentro un breve termine una ragazza di Ascoli, con cui pare ci fossero stati dei forti antecedenti mentre era ivi delegato.

Domenica 29. — Fra le cinque e le sei di Francia della mattina ha cominciato a piovere dirottissimamente con grandine di tanto in tanto, lampi, tuoni fortissimi e fulmini ed ha tutto continuato colla stessa violenza sino a dopo le dieci; la pioggia poi, più o meno dirotta, ha continuato sino a sera, ed anche un poco questa sera.

Lunedì 30. — Ieri un fulmine cadde sul casale della mia [p. 150 modifica]tenuta di Tor Cancelliera attaccando fuoco al fieno che ci era riposto ed ha minato il casale stesso.


OTTOBRE


Martedì 1. — I danni cagionati dal diluvio di Domenica nei muri delle vigne interne a Roma sono moltissimi, ed i fulmini sono caduti in varii luoghi.


DICEMBRE


Lunedì 2. — Ha dato in questi giorni grande materia a discorso una voce generalmente sparsa che la Principessa Sciarra, il di cui curioso matrimonio seguì nello scorso marzo, si sia scoperto avere un altro marito sposato civilmente in Francia, e dal quale (secondo asseriscono alcuni) aveva divorziato: v’è chi aggiunge che questo primo marito possa essere in Roma.

Giovedì 26. — Tra l’una e le due pomeridiane sono andato in legno con Checco e Mondino a Ponte Lamentana per veder tirare in terra due obelischi di granito del Sempione che Torlonia ha fatti venire per la sua villa fuori di Porta Pia. Questi obelischi sono venuti per mare, indi per il Tevere, e poi per il Teverone sino a non molta distanza dal ponte Lamentana, ed ivi con tutta la barca (sotto cui è stato fatto un letto) per mezzo di un cavo espressamente fatto, vengono tirati dagli argani al piano della campagna adiacente e poi per la strada maestra giungeranno alla villa.