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— 109 — A. 1832

tito un colpo di fucile, la truppa, senza attender ordine, aveva fatto fuoco, e che vi erano perciò stati più di venti morti; ma che era stato riparato, per quanto era stato possibile, tanto del comandante, quanto del Card. Albani, avanti al di cui arrivo era seguito il fatto. Altra versione porta che dopo l’indosso delle truppe, fossero esse assalite dai faziosi, che facevano fuoco dalle case, e che ci sia stata molta perdita dei nostri, che per altro erano rimasti padroni di Forlì.

Giovedì 26. — Un altro bollettino stampato oggi pare che indichi essere stato il disgraziato affare di Forlì cagionato da cattive intenzioni. Si sente altronde che il Cardinale Opizzoni era giunto a Forlì, e pareva, recando annunzio di buone disposizioni di Bologna e ricevere la truppa pontificia, dopo essersene allontanati i capi faziosi più esaltati.

Sabato. 28. — Da un articolo pubblicato oggi nel nostro diario risulta che il fatto di Forlì è stato conseguenza di un tradimento macchinato dai rivoltosi contro la nostra truppa, che per evitarlo dovè ricorrere alla forza. Da tutte le notizie poi si rileva che il Card, Albani vedendo la necessità di dover lasciar forti guarnigioni nei paesi che ha occupati, il che va a diminuire notabilmente la forza della truppa, ha spedito alle truppe austriache per farle entrare a Bologna il che andava a seguire a momenti.

Domenica 29. — E uscito altro bollettino, in cui assicurava positivamente la chiamata delle truppe austriache in seguito al fatto di Forlì, e per evitare la guerra civile, e che esse si aspettavano a Faenza il giorno 26; si annunzia parimente l’avanzamento del colonnello Zamboni a Lugo.

Lunedì 30. — Le lettere venute colla posta di oggi annunziano che un corpo di truppe austriache è entrato a Forlì, facendo un lungo giro senza aver toccato Bologna.


FEBBRAIO


Mercoledì 1. — Oggi nel diario è stato annunziato l’ingresso delle truppe austriache e pontificie in Bologna il giorno 28 del caduto (previo il disarmamento ordinato dal Card. Albani) sotto il comando del Generale in capo Radetzky. Una porzione delle stesse truppe austriache era tornata negli stati di Modena