Di una strada ferrata da Lucca a Reggio di Modena/Spesa presumibile
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Spesa presumibile.
Alla mia prima comparsa sugli Appennini, motivata da ricerche relative a Strade ferrate, alla vista di quei considerabili gruppi di frastagliate montagne, di quei massi sporgenti, di quegli sproni bizzarramente serpeggianti, di quei seni erti ed angusti, di quei fossi e borri profondi, di quei larghi e precipitosi torrenti; non disperai della eseguibilità di un progetto della sfera del nostro, ma certo mi si offerse per prima cosa alla mente una massa esorbitante di denaro, come necessaria a far fronte alle numerose difficoltà, ai potenti ostacoli, che arditi contrariano l’ardito concetto. E grandi somme infatti si richiedono anch’oggi per queste colossali Operazioni, ad onta dei rapidi progressi della scienza e dell’arte, ad onta della economia dall’una, dall’altra e dalla concorrenza procurata. È però altresì vero che l’abitudine di parlare e di sentir parlare di milioni colla indifferenza con cui pochi anni addietro si discorreva di centinaia o di migliaia di lire, ci ha fatto prendere una certa confidenza con quella cifra molto significante, e se non m’inganno, qualche volta si getta là con una specie di distrazione, senza rifletter bene a tutta l’estensione del suo valore. Una volta sola mi ricordo di avere udito un brav’ Uomo esclamare in faccia ad un Ingegnere, che insisteva sul bisogno di aumentare una certa somma per un dato lavoro: dite bene; convengo; sono molte le cose da farsi si: ma anche un milione di lire è una gran cosa! e con un milione.... se ne fan tante!
Checchè ne sia, io spero di farvi vedere un fatto eminentemente naturale e ragionevole, cioè una somma cospicua molto, senza essere spaventevole, presagita per opera vasta e grandiosa, quale sarebbe la esecuzione del nostro Progetto.
Le basi da cui parlo non sono ipotesi, ma fatti compiuti. Il piano per la valutazione in proposito non consiste che nell’analisi degli articoli principali, da’ quali l’opra stessa resulta. L’unica novità che troverete sarà relativa al modo di stimare la spesa per l’impianto del piano stradale, ed è appoggiata a questo semplicissimo pensiero: se dalla nostra Via si toglie tutto ciò che è straordinario, rispetto ad una Strada rotabile di montagna, resta necessariamente ciò che ad una buona Via montanina dee pure competere: il perchè, scandagliato il valor medio di varie strade carreggiabili costruite o in costruzione per le località che il nostro Progetto contempla, trascurandone il prezzo per la massicciata, mi si offre un sicuro elemento e un mezzo molto spedito per giungere al resultato che si ricerca. A questo medio valore poi ho fatto subire l’aumento del quarto per tenermi più al sicuro, a norma della massima espressavi, di voler cioè tendere ad un limite più ampio del bisognevole nell’importo totale dell’impresa, piuttostochè temere, o destar timore di avere scarseggiato. In coerenza di questo medesimo spirito ho adottato settanta centesimi di franco, anzi che cinquanta o sessanta come si usa, per ogni metro cubo nei lavori di sterro; e nel computo del costo dei trafori ho preferito i prezzi provenienti dalle peggiori condizioni dei medesimi. Per le opere d’arte ancora mi son regolato egualmente, nè altro ho da avvertire per esse, che le loro sezioni longitudinali sono triangoli con angolo molto acuto nel fondo, meno poche eccezioni; avvertenza d’altronde non inutile, nè fuor di proposito. Quanto alle Locomotive, al materiale di trazione, armamento della Strada ec. sono stato alle note correnti in giornata, avute con ogni lealtà e sicurezza. Ciò premesso costituiamo il quadro della nostra perizia nel modo il più conciso possibile.