Della pittura e della statua/Della statua/Lettera dedicatoria

Lettera dedicatoria di Cosimo Bartoli al virtuoso Bartolomeo Ammannati Architettore, e Scultore eccellentissimo

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Leon Battista Alberti - Della pittura e della statua (1804)
Traduzione dal latino di Cosimo Bartoli (XVI secolo)
Lettera dedicatoria di Cosimo Bartoli al virtuoso Bartolomeo Ammannati Architettore, e Scultore eccellentissimo
Della statua Della statua - Testo

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COSIMO BARTOLI

AL VIRTUOSO

BARTOLOMEO AMMANNATI

ARCHITETTORE, E SCULTORE ECCELLENTISSIMO.



Io so bene, virtuosissimo mio Messer Bartolomeo, che a voi che oggi siete eccellentissimo, ed esercitatissimo, e nell’architettura e nella scultura, non fa mestiero degli ammaestramenti, che della statua diede ne’ tempi suoi il giudiziosissimo Leonbatista Alberti. Ma io ho giudicato che non vi abbi a dispiacere, che tali ammaestramenti vengono indiritti a voi, come a ottimo giudice del bello ingegno del detto Leonbatista, il quale in quei tempi, ne’ quali si aveva nulla o poca notizia della scultura, per essersi in Italia annichilate, anzi affatto spente, mediante le inondazioni de’ Barbari, quasi tutte le buone arti e discipline, si ingegnò con il [p. 104 modifica]purgatissimo suo giudizio, di aprire una strada facile e sicura a’ giovani che inesperti si dilettàvano di questa nobilissima arte, e di svegliarli a bene operare in essa con regole ferme e stabili. Forse buona cagione, che in processo di tempo si avesse in detta arte a fare progressi tali, quali si veggono essersi fatti. Poichè in questo nostro Secolo non si ha ad avere invidia alle bellissime statue de’ lodatissimi Scultori antichi Romani, come già dimostrò il nostro Donato, e non molti anni sono ha dimostro il sempre divino Michel Agnolo Buonaroti, e dopo lui Baccio Bandinelli, Benvenuto Cellini, ed ultimamente voi. In maniera che oltre alle molte altre statue, che di tutti voi si ritruovano, si veggono non senza gran maraviglia degli uomini, in su la piazza del regale palazzo di loro altezze, la bellissima Giuditta, il maravigliosissimo colosso del Davitte, il robustissimo e fiero Ercole, il maestrevolissimo Perseo con i lodatissimi suoi adornamenti, ed il vostro più di tutti gli altri grandissimo Nettuno, cavato insieme con le altre tre statue con sì maestrevole arte in di uno solo stesso pezzo di marmo, che non solo fanno maravigliare chi attentamente gli riguarda, ma rimanere quasi che stupidi, considerando l’ingegno, l’arte, l’industria, la diligenza, l’amore, e la non mai lodata abbastanza maestria di tutti voi altri. Contentatevi adunque che questi [p. 105 modifica]tali ammaestramenti, qualunque ei si siano da dover pure essere utili alla inesperta gioventù, eschino sotto nome vostro dalle tenebre, e venghino in luce, e ricordatevi di amare come solete gli amici vostri, infra i quali non mi reputo io però il minimo. State sano.