Della moneta (1788)/Capitolo XXI
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Giambattista Vasco - Della moneta (1788)
Capitolo XXI - Alterazioni prodotte nelle monete dai monopoglj
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CAP. XXI.
Alterazioni prodotte nelle Monete dai monopoglj.
U
N’altra cagione per cui possono alterarsi non solo i rapporti fra le monete di diversi metalli, ma i rapporti ancora fra le monete del metallo medesimo, sono i monopoglj de’ mercatanti, banchieri, cassieri, ricevitori, amministratori di grossi patrimonj, di tutti quelli in somma ch’hanno frequentemente ne’ loro scrigni grosse somme di denaro. Costoro possono per esempio tener sepolta una grossa quantità di monete d’oro e spender solo quelle d’argento, ovvero accumulare le picciole monete d’argento e quelle di rame, togliendole dalla circolazione, in cui sono tanto necessarie pel minuto interno commercio. Muterassi in tal guisa il rapporto relativo ai bisogni del commercio interno fra la quantità delle monete di diverse specie, e per conseguenza la maggiore ricerca di quelle specie che sono state sottratte dalla circolazione, le farà alzare di prezzo, e turberà la corrispondenza dei valori numerarj co’ reali. È però facilissimo render inutile ed impedire questo monopoglio. Non v’è naturalmente chi abbia maggior quantità di monete d’ogni specie che il Principe. Sia egli pronto adunque a cambiare qualunque specie di monete nazionali in altre specie di monete pure nazionali, senza interesse alcuno, a piacimento dei ricercatori. In tal guisa si conserverà sempre il medesimo rapporto fra le diverse specie di monete relativamente ai bisogni dell’interno commercio. Ove temasi che alcuno possa abusare di questo comodo per esportare grosse somme di una determinata specie fuori paese, un tal negozio verrà rallentato e disturbato assai, se i pubblici cambiatori di monete non siano ai confini, ma solo nelle Città Capi di Provincia, e se non cambino mai più d’una determinata piccola somma per volta, che è quanto basta per conservare la proporzione fralle specie. Da un tale stabilimento si avrà ancora il vantaggio di non essere imbarazzato riguardo alla proporzionale quantità che si dovrà distribuire di varie specie in occasione d’una nuova monetazione. Comunque si distribuiscano, il popolo, mediante la facilità del cambio presso i pubblici cassieri, si provvederà sempre secondo il suo bisogno.