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152 torquato accetto

sostanza, il dissimular è una professione della qual non si può far professione, se non nella scola del proprio pensiero. Se alcuno portasse la maschera ogni giorno, sarebbe piú noto di ogni altro, per la curiositá di tutti; ma degli eccellenti dissimulatori, che sono stati e sono, non si ha notizia alcuna.

VI.

Della disposizione naturale a poter dissimulare

Quelli in chi prevale il sangue o la malinconia o la flemma o l’umor collerico, è molto indisposto a dissimulare. Dove abbonda il sangue, concorre l’allegrezza, la qual non sa facilmente celare, essendo troppo aperta per sua propria qualitá. L’umor malinconico, quando è fuor di modo, si fa tante impressioni, che difficilmente le nasconde. Il soverchio flemmatico, perché non fa gran conto de’ dispiaceri, è pronto ad una manifesta tolleranzia; e la collera, che è fuor di misura, è troppo chiara fiamma, da dimostrar i proprii sensi. Il temperato dunque è molto abile a questo effetto di prudenza, perché ha da esser, nelle tempeste del cuore, tutta serena la faccia; o, quando è tranquillo l’animo, parer turbato il viso, come anderá richiedendo l’occasione; e ciò non è facile, se non al temperamento che dico. Non voglio contradir all’opinione di que’ che sogliono attribuir a certi popoli la disposizione del dissimulare e, ad altri, stimarla quasi impossibile; ma ben posso dire che, in ogni paese, son di quelli che l’hanno e di que’ che non vi si sanno accommodare; ma piú è certo che gli uomini non nascono con gli animi legati a necessitá alcuna, onde libera la volontá si gira all’elezzione; e ciò leggiadramente fu espresso da Dante in que’ versi:

Voi, che vivete ogni cagion recate
pur suso al cielo, sí come se tutto
movesse seco di necessitate.
Se cosí fosse, in voi fora distrutto
libero arbitrio, e non fora giustizia
per ben letizia, e per mal aver lutto.