Della architettura della pittura e della statua/Della architettura/Libro quinto – Cap. XVI

Libro quinto – Cap. XVI

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Che la industria del fattore di Villa si debbe essercitare tanto circa i Bestiami, quanto circa le Ricolte, et circa il far l’Aia.

cap. xvi.


D
iremo brevemente che la industria del fattore non si esserciterà solamente in raccorre le cose, che sono ne campi, ma innanzi ad ogni altra cosa si ingegnerà che i bestiami, gli uccelli, et i pesci gli fruttino. Poni le stalle per gli Armenti in luogo asciutto, et non humido, lievane ogni minimo sasso di sotto, et fa che le pendino, accioche le si possino votare, et nettare facilmente: cuoprine una parte di loro, e una parte ne lascia a lo scoperto, et ordina che i venti Australi, o qual altro vento humido si voglia, non percota la notte le pecore, et che non vi tirino ancora altri venti troppo molesti. I luoghi, dove hanno a stare rinchiusi i conigli, favvi un muro di Pietre riquadrate insino al fondo de l’acqua: in lo spazzo favvi un suolo di sabbione maschio, lasciando in più, e più luoghi alcuni monticelli con terra da sapone. Fa che le galline habbino nel cortile loro un portico volto a mezo giorno, spartovi sotto di molta cenere, et sopra detto portico il luogo per i nidii, et le stanghe da dormirvi sopra la notte. Sono alcuni che vorrebbono che le galline si tenessino rinchiuse in un gran circuito che fusse volto a levante, ma quelle, che si tengono per haver de l’uova, et de pulcini, si come le sono più allegre per la libertà, cosi ancora sono più feconde. L’uova nate a lo scuro, et in luogo rinchiuso sono più sciocche. Porrai la colombaia, che la vegga l’acqua, et non la porre troppo alta, ma cosi a modo, accioche i colombi stracchi dal volare, quasi con l’alie scherzando liete, s’allegrino sdrucciolarvi ad alie chiuse. Sono alcuni che dicono, che le colombe presi i semi de la campagna, quanto più fatica et viaggio haranno a fare a portarli a lor figliuoli, tanto più gli faranno grossi: Et questo perche i semi portati nel gozzo per nutrire i figliuoli, con lo starvi assai, diventeranno mezi cotti et per questo pongono le colombaie buone in luoghi altissimi. Et forse pensano che giovi assai che le colombaie sieno lontane da le acque, accioche giugnendovi, i colombi non raffreddino l’uova con i piè molli. Se a la cantonata de la torre tu vi rinchiuderai un gheppio, diventerà tal colombaia sicura da gli uccelli di rapina. Se tu nasconderai in su l’entrata un capo di lupo, gittatovi sopra del cimino rinchiuso in uno orcio fesso, che getti fuori puzzo; per tal cosa [p. 123 modifica]vi concorreranno una infinità di colombi. Se tu farai lo spazzo de la tua colombaia di creta, et lo bagnerai, et ribagnerai spesso con la orina de gli huomini, lasciando gli altri colombi le sedie de loro Antichi, ti si multiplicheranno grandissimamente. Fuori de le finestre fa che vi sieno cornici di pietra, o tavole di ulivo, che sportino fuori uno cubito, su per le quali i colombi habbino da fermarsi ne lo arrivare, et da le quali habbino a pigliare il volo nel partirsi. Gli uccelletti minori rinchiusi per il vedere de li alberi, et del cielo si marciscono. I nidii, et le stanzette per li uccelli, bisogna farle in luoghi caldi. Ma a quelli, che più tosto camminano che e’ volino, bisogna collocarli bassi, et in esso terreno; a li altri bisogna porli in luoghi più alti. Tutti habbino le sponde di quà, et di là per amor di ritenere l’uova, et i figliolini, che non caschino. Per far i nidii è più commodo il loto che la calcina et la calcina più che il gesso. Tutte le sorti di Pietra viva sono cattive, i mattoni son più utili che il tufo, purche non sieno troppo cotti. I legnami o di oppio, o di abeto, sono utilissimi. Tutte le stanze per gli uccelli vogliono essere pulite, pure, nette, et massimo per i colombi. Anzi se il bestiame ancora di quattro piedi stara in luoghi brutti, diventerà scabbioso. Et però faccinsi in volta arricciate, ìntonacate, e imbiancate per tutto, et turisi ogni minimo bucolino, accioche le Faine, le Donnole, et le Lucertole, o simili bestiuole non possino far danno a l’uova, a Pippioncini, o a le mura. Aggiunghinvisi le tramogge da beccare, et gli abbeveratoi. Et però faccisi intorno a la Villa un fossone, dove l’Anitre, i Porci, e le Bestie vaccine vi si possino et lavare, et gittarvisi dentro, et quando tu dai loro da mangiare, o sia buono, o sia cattivo tempo, fa che le si sattollino. I beccatoi, et gli abbeveratoi per gli uccelletti minori ne le loro stanze, si mettino i canali lungo il muro, accioche e’ non gli possino spandere con i piedi, ne imbrattare le cose che tu vi dai loro. Fa che questi habbino alcune cannelle da lato di fuori, da le quali tu possi porgervi dentro il vitto loro. Nel mezo fa che vi sia un lavatoio, dove possa stare assai acqua chiara. Farai il vivaio in terreno cretoso, et tanto fondo, che ei non habbia a ribollire per i raggi del Sole, ne addiacciarsi per il soverchio freddo. Oltra questo da gli lati faravi alcune caverne, accioche il pesce habbia dove riffuggire se subitamente sentisse intorbidarli le acque, et non li marcisca sbigottito de lo animo. Il pesce si nutrisce del sugo de la terra, patisce de gran caldi, et per i diacci si muore: A Soli di mezo giorno si rallegra, et scherza. Credono che alcuna volta sia bene che e’ vi entri dentro le piene fangose che vengono da le pioggie, ma non si devono ricevere le prime dopo i giorni caniculari, perche sanno come di calcina, et ammazzano i pesci, et dipoi non si debbe mettervene dentro, se non di rado: percioche elle nuocono con il muschio puzzolente et a l’acqua et al pesce. Ma bisogna avertire che l’acqua continovamente vi entri, et continovamente se ne vadia, venga ella o da fonte, o da fiume, o da lago, o da Mare. Ma de vivai, che si fanno d’acque Marine, ne insegnano commodamente più a la larga in questo modo. Ne le regioni fangose si nutriscono i pesci stiacciati, come sono le Sogliole: Ne paesi arenosi le Cocchiglie: gli altri si nutriscono meglio nel Mare, come le Orate, ed i Dentali: fra sassi si nutriscono meglio i Tordi, et le Merle, et gli altri, che infra sassi son nati. Ultimamente dicono, che quello stagno è ottimo per conserve di pesci, che sarà collocato in modo, che l’onda del Mare, che di nuovo vi viene, ripercuota in quella che vi era innanzi, et che non lasci impigrirvisi dentro l’acqua, che vi era prima: et dicono che quelle acque diventano manco sane, che si rinnovano pur troppo adagio. Hor sia detto a bastanza de la industria, et de la diligentia del Fattore circa molte cose. Ma molto si loda quel che giova grandemente al rassettare, et al porre le ricolte, per amor de le quali bisogna ordinare l’aia, esposta a Soli, et a venti, non lontana da la capanna, che noi ti dicemmo poco avanti, [p. 124 modifica]che ne le pioggie subitane tu possa in un momento riporre et i lavoranti, et esse robe al coperto; dove tu vuoi fare l’aia, spianavi il terreno non a piano, ma corretto cosi leggiermente, dipoi vangalo, dipoi gettavi di molta morchia; et lascianela bene inzuppare; dipoi disfa bene le zolle; dipoi pareggialo, o con il cilindro, o con l’erpice, et battilo con le mazzeranghe, dipoi gettavi di nuovo sopra de la morchia; et quando ella sarà rasciutta nè Topi, nè Formiche non vi faranno nidio, nè diventerà fangosa, nè vi nascerà erba. A cosi fatto lavoro la creta arrecherà gran saldezza. Et sia detto a bastanza de le habitationi de lavoratori.