Dell'oreficeria antica/Parte seconda/Camei
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XIV.
camei.
Sono chiamati camei que’ basso rilievi intagliati sopra gemme, o pietre dure o marmi: vi ha pure una specie particolare di conchiglie (chama) molto tenere, le quali presentano strati diversi per colore e per durezza, onde vi si possono rilevare con bellissimo effetto fini bassorilievi, e però diconsi camei di conchiglia. Sulle pietre dure o gemmarie la incisione si eseguisce mediante il diamante e lo smeriglio al tornetto, sulle conchiglie ed i marmi si fa coi ferri da intaglio. Alle imitazioni scolpite che si fanno in vetro si dà il nome di Camei in pasta. Seneca narrando un fatterello concernente un certo Maro e un certo Paolo (De beneficiis, III, 26) dice di quest’ultimo che avesse al dito
Tiberii Cæsaris imaginem ectypam atque eminente gemma.
Cotal perifrasi par che provi non esser questa maniera d’incider molto usata a quel tempo. Camillo Leonardo, che scrisse nel 1502, parla di una gemmæ chaimainæ, significando con tale appellazione ciò che noi diciamo oggi cameo o gemma incisa di rilievo. Donde poi si origini il nome di cameo e perchè dato a questo genere d’intagli, mi pare inutile il ricercare non potendosene avere cognizione certa, e soltanto può supporsi che dalla conchiglia chama discenda il volgar cameo, mentre l’incidere questa conchiglia non è moderna invenzione.
I piccoli camei antichi son molto rari in agate, più comuni i grandi che par servissero d’ordinario per uso di fermaglio in arnesi difensivi di guerra, ed allora hanno la forma ovale o tonda, i soggetti scolpitivi sono mitologici o ritratti, e si direbbero bei medaglioni. In effetto, quando questi rilievi sono ritratti , si trovano talora somigliantissimi a quei coniati nelle monete del tempo; onde si potrebbe credere che fossero eseguiti dal medesimo artista, il quale forse avesse prima scolpito sull’agata il tipo delle sue medaglie. Questi fermagli hanno spesso un sottil foro che li trapassa al fondo e che dovea servire per adattarli sul metallo. Gli antichi usarono molto lo scolpire tazze e vasi di bellissime agate con magnifici camei e fu in questi che si sfoggiò la più grande ricchezza e però l’arte migliore: i frammenti dei quali, che si son trovati nei tempi moderni, spesso sono rotondati e ridotti della forma dei fermagli.
Dopo il risorgimento delle arti i camei si usarono quali ornamenti muliebri, e furono dapprima o rozze copie di antichi soggetti, o ritratti di grandi personaggi; ma gli artisti del cinquecento divennero appresso così eccellenti in questa sorta di lavori, che moltissimi dei loro camei non si possono distinguere dagli antichi. Al tempo dello scadimento delle arti con perverso gusto si fecero camei con lavoro minutissimo in alto rilievo e spesso staccati in molti punti dal fondo; questi camei si riconoscono facilmente perchè oltre al bizzarro ed esagerato stile, sono quasi sempre in pietre bianche chiarissime e trasparenti tanto che per ravvivarne l’effetto eran sempre al fondo raddoppiati con tavolette di agata nera. Al cominciar di questo secolo molto essendo ricercati gl’intagli antichi, non pochi artisti si diedero a falsificarli: e ciò fu occasione che poco appresso sorgessero alcuni eccellenti intagliatori italiani, quali furono il Calandrelli, il Pistrucci, il Girometti, il Picker e moltissimi altri. Questi con le loro opere emularono gli antichi, e furono artisti il cui nome vivrà quanto i camei da essi scolpiti. Ma oggimai la scuola da essi fondata già si trova in iscadimento, e se i facoltosi non si staranno dal volere camei duri per meschini prezzi, si può prevedere che presto abbia a cessar del tutto.
Ritornando a’ camei antichi, il gran numero delle imitazioni e falsificazioni di questi rende per poco impossibile il dar sentenza certa dell’epoca alla quale un cameo nuovamente trovato o offerto appartenga. Il carattere più veramente proprio degli antichi è un lor metodo di operare in quest’arte facendo il rilievo, perciocchè usavano la punta di diamante sulla gemma in quel modo stesso che il cesello nei metalli, e lasciavano i contorni del disegno perdersi nel fondo, con notevole differenza dai camei del tutto moderni, il cui intaglio apparisce più contornato e staccato dal fondo, essendo nelle linee men libero e più preciso. È però da osservare che gli artisti del medio evo conservarono l’antico metodo, ed i lor lavori diversificano dagli altri per un fare più morbido, e perchè il rilievo ne è rotondato e pulito fino ad estrema lucidezza, per guisa che nelle parti sporgenti somigliano a bianca cera scolpita e attaccata al fondo gemmato. Insomma i camei tutti si potrebbero dividere in cinque diverse qualità: gli antichi, quei del medio evo, que’ del decadimento, que’ della scuola classica moderna, e gli odierni. Rari e quasi sempre bellissimi sono i primi ed i secondi; comuni e d’assai minor pregio i terzi; rari e di non piccolo valore i migliori della quarta specie; inferiori a tutti gli ultimi, che d’ordinario sono mediocri imitazioni degli antichi, fatte e vendute per assai modico prezzo. Sarebbe desiderabile che alcun buon artista si ponesse di nuovo ad eseguir lavori cosiffatti studiando i più belli esempii dell’arte classica antica e moderna in questo genere, che fu più specialmente proprio della nostra Italia, e nel quale non mancherebbe chi giungesse ancora a grande eccellenza, quando le sue fatiche fossero stimate e pagate secondo il merito.