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tenere, le quali presentano strati diversi per colore e per durezza, onde vi si possono rilevare con bellissimo effetto fini bassorilievi, e però diconsi camei di conchiglia. Sulle pietre dure o gemmarie la incisione si eseguisce mediante il diamante e lo smeriglio al tornetto, sulle conchiglie ed i marmi si fa coi ferri da intaglio. Alle imitazioni scolpite che si fanno in vetro si dà il nome di Camei in pasta. Seneca narrando un fatterello concernente un certo Maro e un certo Paolo (De beneficiis, III, 26) dice di quest’ultimo che avesse al dito

Tiberii Cæsaris imaginem ectypam atque eminente gemma.


Cotal perifrasi par che provi non esser questa maniera d’incider molto usata a quel tempo. Camillo Leonardo, che scrisse nel 1502, parla di una gemmæ chaimainæ, significando con tale appellazione ciò che noi diciamo oggi cameo o gemma incisa di rilievo. Donde poi si origini il nome di cameo e perchè dato a questo genere d’intagli, mi pare inutile il ricercare non potendosene avere cognizione certa, e soltanto può supporsi che dalla conchiglia chama discenda il volgar cameo, mentre l’incidere questa conchiglia non è moderna invenzione.

I piccoli camei antichi son molto rari in agate, più comuni i grandi che par servissero d’ordinario per uso di fermaglio in arnesi difensivi di guerra, ed allora hanno la forma ovale o tonda, i soggetti scolpitivi sono mitologici o ritratti, e si direbbero bei medaglioni. In effetto, quando questi rilievi sono ri-