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Non v’ha Medico che non abbia provato quanto ei vaglia a piegare e maneggiare l’infermo come gli piaccia. Quando di questi egli è in concetto, è anco al possesso di lui. Tale sommissione dell’infermo è inseparabile dallo stimolo al farsi egli coraggio salutevole.

Perocchè se trovisi egli dal male o cotanto fiaccato di forze, o avvilito di spirito, che per sè stesso non mai si determinarebbe a far che che sia e a disbrigarsi, la buona opinione verso al Medico basta per dargli il coraggio di vincersi, [p. 51 modifica]e di aderirgli. È perciò laudevole accortezza del Medico lo ingegnarsi d’affezione l’animo dell’ammalato, e pienamente impadronirsene. I mezzi di aver questo intento sono tutti que’ che partono dal complesso delle qualità che lo devono aver formato in eccellente Professore. Quando tali qualità (che non si enumerano per non enumerare le scienze, di cui ne deve esser adorno) dall’ammalato si suppongono nel Medico, egli cede tutto sè stesso in mano sua. Quindi nel gravissimo male le poche parole che dal Medico gli vengono dette, facilemnte il convincono e gli portano rassegnazione; nel mediocre male e tale anco che non esiga medicamenti, ei tosto si persuade delle ragioni del Medico a non volerne benchè ci abbia tutto il prurito e l’inclinazione; e in quello ove abbisogni la serie medicamentosa, per la stessa ragione vi si sottomette con coraggio, ancorchè [p. 52 modifica]abborrisca e detesti ogni maniera di medicina.

„Quanto più lo spirito del malato, (dice 1 Zimmermann il quale possiede tutta la esperienza medico-politica) „seconda le premure del Medico, tanto più ha questi ragion di sperare; e quanto maggior colpo fa sullo spirito del malato l’eloquenza del Medico, tanto più si deve ragionevolmente conchiudere esservi malattie, che si ammansano colle sole parole„.

„Questa conclusione (siegue il medesimo)„ è fondata sulla esperienza. Si sa quanto importi nelle malattie l’avere un Medico, che non abbadi di sagrificare il suo riposo e i suoi piaceri per prestarsi ognora in sollievo de’ miseri ammalati; che si faccia un essenziale dovere di entrare a parte de’ [p. 53 modifica]loro affanni; che penetri l’umore del malato dietro tutti i suoi effetti, e questo dietro tutte le loro cause; che sia abbastanza trattabile per parlare e diportarsi con esso lui secondochè esigono le circostanze, per soffrire la sua miseria e la sua pusillanimità; che sappia tacere quando è vano il parlare, cattivarsi il suo animo con la piacevolezza quando è inutile ogni altro tentativo, e toccargli il cuore con nobili e delicati sentimenti; quando il di lui cuore si apre ad essi, come la terra isquallidita dal lungo orrore dell’inverno ringiovinisce ed apresi al rinnovellarsi della fiorita primavera. Si sa finalmente quanto vaglia un Medico, che allevato in seno alle Muse, pieno di sentimento per tutto ciò, che havvi di bello e di grande, possa ad un bisogno colla sua dilettosa eloquenza inspirar coraggio, e con tutte le arti di una bella [p. 54 modifica]immaginazione recare altrui la serenità e la gioja. Ora un Medico fornito di questi doni mette il malato in istato di domare il suo corpo, e gli empie l’anima di costanza, di speme, e d’intrepidezza.„

Siami lecito recar un esempio da non imitare, ma molto acconcio per dimostrare la forza di chi si offre a medicare, e a risanare. Come il Cerretano può tanto talvolta su qualche volgare? poco ci vuola, ma quel poco ben sostenuto basta per rapir l’animo. Il Cerretano, come ben lo dipinge 2 M.r Mercier, ha un parlar ardito, l’occhio sicuro: fa voltar qua e là l’ammalato, gli batte sulle spalle, gli afferra, per così dire, l’immaginazione, e congratulandosi con lui che in esso si sia abbattuto, ha già cangiato situazione del suo spirito. Questa illusione può tanto! [p. 55 modifica]e quanto non potrà una reale buon’idea verso il Medico curatore? verso quel Medico che alle prerogative massiccie dell’arte sa unire i modi or dolci e consolanti, or moventi e imperiosi dell’animo degl’infermi, sino a sospendere, al dir del ch. Lettsom, il sentimento del loro dolore. In veggendolo essi ad approssimarsi, par di vedere il loro sostenitor tutelare, apportator della fiducia nel loro cuore, dell’energia nella loro anima abbattuta, e dell’attività nel lor principio vitale per sormontare la cagione del male.

Tutte queste affezioni sono promiscue con il coraggio, e producono una metà della guarigione. E appunto per niente infievolirle, il succennato buon Medico non allenta giammai il suo nobil costume, e anco tra mezzo ai pericoli del suo malato si fa un dovere di mostrarsi imperterrito, mantenendo una fisionomia non mai annuvolata, e parlando colla [p. 56 modifica]consueta tempra rifocillante. „Osservasi (riflette saggiamente il Medico De la Montagne traduttore di Falconer3„ che gli ammalati hanno una sagacità singolare per interpretare i discorsi e i menomi gesti de’ loro astanti, e sopra tutti del Medico. Nell’arte del curare non si sa mai abbastanza maneggiare ciò che direttamente agisce sopra l’immaginazione de’ pazienti, nè mai abbastanza studiasi di risparmiar loro delle funeste impressioni. I Medici senza nulla perdere della gravità della professione, non potrebbero adottare delle maniere del loro procedere meno lugubri e spaventose? Non potrebbero in que’ momenti che a loro si ricorre ed a’ loro misterj, per impetrar ajuto, dar a tutte le cerimonie mediche un aspetto soavemente elettrizzante e motore del più [p. 57 modifica]bel coraggio, senza impedire nè poco nè punto l’influsso e la mano benefica della pietà tutta consolante, e senza alterare i presidj che l’arte medica vi impiega?„

Ma non solo il concetto verso al Medico procura il coraggio, anco il concetto a certi medicamenti produce un consimile effetto. Il genio e la propensione ad una cosa è quasi inseparabile dalla fiducia nella medesima, e dal risoluto coraggio a praticarla. Dal giuoco, o sia dal moto di questi sentimenti si vede in pratica accrescersi sovente la forza, e gli ottimi effetti de’ rimedj, che con genialità da alcuni si mettono in uso. Il suddetto Medico De la Montagne ci spiega questo fenomeno con termini più teorici attribuendolo ad una delle seguenti cause, o all’attenzione totale dell’anima occupata nell’uso del rimedio accreditato, e resa accessibile soltanto alla confidenza [p. 58 modifica]in questo, e inaccessibile a ogni altra impressione; o alla comunicazione di un nuovo tuono ed elasticità che cotal intimo genio o concetto porta al sistema organico, onde ei mettesi in istato di meglio resistere al principio morboso, ed anche di sottometterlo. Qualunque ne sia la ragione, questo fenomeno è certo.

In fatti non tocca veder ad ogni momento parte del volgo mantener fede a certe robe, che ghiottamente ingoja, o che porta indosso, e decantarne mirabili vantaggi? Le ha a schifo il savio filosofo, e le tiene per meri trovati e bagatelle da ciurmadori e da donnicciuole: e pure certi miseri infermi vi sono attaccati da un’invincibile credulità, e dispregiando essi ogni raziocinio in contrario ne imprendono la pratica con tutta la fermezza e con tutto il coraggio; e a dir vero ne veggiamo talvolta della buona riuscita.

Lo che se non accade in virtù di [p. 59 modifica]alcuna meccanica facoltà contenuta in que’ tali supposti medicamenti o esterni o interni, accade almeno per opera della fantasia, la quale penetrata dalle decantate virtù di tali rimedj, e dall’esempio altrui, desta nell’anima tanta fidanza e coraggio, che per necessaria corrispondenza si producono quelle mutazioni nel corpo, che indarno attendiamo da’ nostri rimedj metodici e più ragionevoli.


  1. Pag. 87.
  2. Bonnet de nuit. Tom. I.
  3. De l’influence des Passions.