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50 | DEL CORAGGIO |
cuni di siffatti ostacoli, e può, dove abbia luogo il ragionare, dissipare i principali, che sono per lo più que’ che provengono dai difetti morali dell’ammalato. Non mi estendo su ciò, sia per non ridire il già detto, sia perchè caderà in seguito di averne a discorrere.
XII.
Non v’ha Medico che non abbia provato quanto ei vaglia a piegare e maneggiare l’infermo come gli piaccia. Quando di questi egli è in concetto, è anco al possesso di lui. Tale sommissione dell’infermo è inseparabile dallo stimolo al farsi egli coraggio salutevole.
Perocchè se trovisi egli dal male o cotanto fiaccato di forze, o avvilito di spirito, che per sè stesso non mai si determinarebbe a far che che sia e a disbrigarsi, la buona opinione verso al Medico basta per dargli il coraggio di vincersi,