Degli edifizii/Libro terzo/Capo VII

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CAPO VII.

Edifizii di Giustiniano da Trapezunte alla città del Bosforo; e indi alla città di Anchialo.


Fin qui degli edifizii di Giustiniano Augusto presso gli Tzani. Di là da questi sulla spiaggia del Ponto Eussino v’ha la città di Trapezunte (Trebisonda), ove, mancando acqua, Giustiniano costrusse un acquidotto, detto del martire Eugenio; e così provvide gli abitanti di sì necessario benefizio. Ivi poi, e in Amasea, rifece parecchi templi per vetustà rovinosi. Confina col territorio di Trapezunte quello di Rizeo, città che fondò di [p. 406 modifica]pianta, e fortificò in modo, che supera ogni fama, ed ogni fede; chè fra le città di confine colla Persia non ve n’ha alcuna, che non debba cedere a Rizeo per grandezza e per fortezza.

Nella Lazica fece un castello detto Losorio, e le Clissure, o porte, di quel paese chiuse con muraglie, onde impedire ai nemici l’ingresso nella Lazica. Ivi riparò pure la vecchia chiesa de’ cristiani, che era cadente. Nella Lazica egli avea fabbricato Pietra, città degna di esser veduta, la quale per somma imprudenza dei Lazii consegnata a’Persiani, capitato colà Cosroe con grande esercito, i Romani superiori nella guerra, parte de’ Persiani uccisa, parte fatta prigioniera, atterrarono pienamente, perchè se i barbari per avventura ritornassero, non potessero più di essa servirsi a danno dell’impero. Di ciò estesamente trattai ne’ libri delle guerre, ove pur rammentai come nel continente opposto, pel quale dalla Lazica si va alla palude Meotica, i Romani distrussero due castelli, Sebastopoli, cioè, e Pitinate, essendo voce che Cosroe ideava di mandare colà esercito per occuparli. Ora Giustiniano Augusto questa Sebastopoli, che prima non era che un puro castello, riedificò di pianta, e con mura, torri e bastioni la fortificò a modo da renderla inespugnabile; e vi piantò borghi, e sì l’abbellì di edifizii, che divenne città per ampiezza ed eleganza chiarissima.

Inoltre avendo osservato che erano cadenti le mura di Bosporo e di Chersone, città marittime poste sul lido al di là della palude Meotide, ed oltre i Tauri, e i Taurosciti, al confine dell’imperio, nell’una e nell’ [p. 407 modifica]altra le rifece belle e fortissime. Ivi edificò pure i castelli Alusto e Gorzubitese; ma principalmente fortificò Bosporo, che i barbari, stata in addietro infesta e ridotta in potere degli Unni, aveano consegnata in mano de’ Romani. In quelle parti v’è Dori, paese marittimo, dove dal tempo antico abitano que’ Goti, che non seguirono Teodorico, quando egli andò alla impresa d’Italia: di loro spontanea volontà ivi rimasti, ed anche a questa età socii de’ Romani, e, quando piace all’Imperadore, uniti a’ Romani nelle spedizioni militari. Sono tre mila, ottimi guerrieri, e valenti agricoltori, e fra tutti gli uomini, cultori eccellentissimi di ospitalità. Questa contrada Dori è paese alto, nè però per questo aspro e sterile; ma buono e produttor ferace di ottime biade. Nè l’Imperatore ebbe a fabbricarvi nè castelli, nè città, o borghi, perchè gli abitanti non soffrono di viver rinchiusi entro mura, essendo loro piacere l’abitare unicamente in aperta campagna. Dove per altro poteva presumersi facilità di penetrare in paese, ne serrò gli aditi con lunghi muraglioni; e que’ Goti di tale maniera pose a coperto dalle invasioni nemiche. Ma di ciò basti.

Traci sono quelli che abitano Anchialo, città marittima sul lido del Ponto Eussino. Naturalmente cadrebbe a proposito il parlare di essa descrivendo la Tracia; ma come noi siamo condotti a dire di quanto l’Imperator nostro edificò sulle spiagge del Ponto Eussino, viene in acconcio l’esporre le fabbriche ch’egli fece in Anchialo. Non lungi da questa città hannovi sorgenti d’acque calde, le quali somministrano spontaneamente agli abitanti de’ bagni. Gli antecedenti imperatori trascurarono di [p. 408 modifica]fortificare questo luogo, e lo lasciarono esposto ai barbari vicini, che pure erano molti; e non senza pericolo ivi stavano quelli, che per le loro infermità giovavansi di quelle acque. Giustiniano Augusto pertanto circondò il luogo di mura, e alla medicina unì la sicurezza delle persone.

Queste sono le fortificazioni, che l’ imperadore Giustiniano fece fare nell’oriente, nell’Armenia, nella Tzana, e intorno al Ponto Eussino. Ora procederemo riferendo gli edifizii fatti costruire da lui nel rimanente d’Europa.