Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo I.djvu/446

406

ta, e fortificò in modo, che supera ogni fama, ed ogni fede; chè fra le città di confine colla Persia non ve n’ha alcuna, che non debba cedere a Rizeo per grandezza e per fortezza.

Nella Lazica fece un castello detto Losorio, e le Clissure, o porte, di quel paese chiuse con muraglie, onde impedire ai nemici l’ingresso nella Lazica. Ivi riparò pure la vecchia chiesa de’ cristiani, che era cadente. Nella Lazica egli avea fabbricato Pietra, città degna di esser veduta, la quale per somma imprudenza dei Lazii consegnata a’Persiani, capitato colà Cosroe con grande esercito, i Romani superiori nella guerra, parte de’ Persiani uccisa, parte fatta prigioniera, atterrarono pienamente, perchè se i barbari per avventura ritornassero, non potessero più di essa servirsi a danno dell’impero. Di ciò estesamente trattai ne’ libri delle guerre, ove pur rammentai come nel continente opposto, pel quale dalla Lazica si va alla palude Meotica, i Romani distrussero due castelli, Sebastopoli, cioè, e Pitinate, essendo voce che Cosroe ideava di mandare colà esercito per occuparli. Ora Giustiniano Augusto questa Sebastopoli, che prima non era che un puro castello, riedificò di pianta, e con mura, torri e bastioni la fortificò a modo da renderla inespugnabile; e vi piantò borghi, e sì l’abbellì di edifizii, che divenne città per ampiezza ed eleganza chiarissima.

Inoltre avendo osservato che erano cadenti le mura di Bosporo e di Chersone, città marittime poste sul lido al di là della palude Meotide, ed oltre i Tauri, e i Taurosciti, al confine dell’imperio, nell’una e nell’al-