Degli edifizii/Libro primo/Capo V

../Capo IV

../Capo VI IncludiIntestazione 6 novembre 2022 100% Storia

Libro primo - Capo IV Libro primo - Capo VI


[p. 340 modifica]

CAPO V.

Come il mare circuisca Costantinopoli.


Avendo Giustiniano osservato che nell’Anaplo, e nell’opposto continente, come pure intorno al seno, che dagli indigeni si chiama Ceras dal nome di Ceroessa, madre di Bizante che fondò la città, non v’erano tempii degni di alcun santo; a tal cosa riparando diede prova di magnificenza veramente imperiale, come or ora io dimostrerò dopo che m’abbia detto come il mare orni ed abbellisca Costantinopoli.

E certamente alla felicità di Costantinopoli assai aggiunge l’opportunità del mare, il quale intorno ad essa così nella terra s’insinua, si forma in istretti, e stendesi in vasto pelago, che per tutto questo la città prende un superbissimo aspetto; e col tranquillo soccorso de’ porti invita i naviganti, riceve copia abbondantissima di viveri, e di tutte le cose comode agli uomini si riempie. L’Egeo, e il Ponto-Eussino sono i due mari, che la cingono, e che al lato orientale di essa unisconsi, e meschiando le loro acque insieme dibattonsi a modo, che con quella loro irruzione dividono il continente, e [p. 341 modifica]alla città fanno cerchio amenissimo. Con che essa viene ad avere intorno a sè tre golfi uniti insieme, i quali paiono fatti apposta per renderne la situazione superbamente bella, e d’ogni desiderabile comodità provveduta. Nè alcuno d’essi v’ha, che non si navighi con diletto, che non ristori la vista, che non somministri facilissimo ancoraggio a chi vuole approdarvi. Quello di mezzo venendo dal Ponto-Eussino recasi direttamente alla città per darle decoro; e dall’un lato all’altro stanno i due continenti, da' cui lidi esso è stretto, il quale increspando le acque, superbo di tenere l’Asia e l’Europa, s’accosta alla città in forma di fiume placidissimo. Quello che sta a mano sinistra è chiuso da lunghissime sponde, per ogni parte presentando alla città boschi, prati amenissimi e tutte le delizie del continente opposto: quindi poi volto verso mezzogiorno, ed allontanandosi dall’Asia, ed ampiamente distendendosi, non rimansi per questo di bagnar la città fino alla parte di essa occidentale. A destra il terzo congiunto al primo dalla contrada, che dicono Sicena, per lungo tratto scorre sul lato settentrionale della città, dove termina in forma di seno. Di questa maniera il mare la corona. Il resto è dalla terra occupato con tanto intervallo, quanto basta a legare quella corona formata dal mare. Codesto seno, che io dico, sempre è tranquillo, nè suolsi turbare menomamente: così che direbbesi ivi essere prefisso il termine alle burrasche, e le procelle in riverenza, e ad onore di tanta città non osare di farsi vedere. Che se per avventura galiardi venti soffino, i mari e lo stretto summovendo, ove le navi sieno entrate nelle fauci di quel [p. 342 modifica]seno, senza bisogno di chi le governi, ed ovunque il caso le porti, approdano sicuramente. Quel seno gira pel circuito d’oltre quaranta stadii, ed è tutto quanto porto. Per lo che in esso ancorata una nave, guarda al mar colla poppa, e colla prora tiensi alla terra, quasi questi due elementi gareggiassero insieme a chi d’entrambi meglio serva la città.