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no, senza bisogno di chi le governi, ed ovunque il caso le porti, approdano sicuramente. Quel seno gira pel circuito d’oltre quaranta stadii, ed è tutto quanto porto. Per lo che in esso ancorata una nave, guarda al mar colla poppa, e colla prora tiensi alla terra, quasi questi due elementi gareggiassero insieme a chi d’entrambi meglio serva la città.
CAPO VI.
Tale è, come abbiamo detto, quel seno. Ad esso Giustiniano Augusto accrebbe decoro e splendidezza cogli edifizii, che d’intorno vi eresse. Alla sinistra del seno ristaurò il tempio di S. Lorenzo, che di cieco e tenebroso, per dir tutto in breve, ridusse alla forma, che veggiam oggi. Di là da quello edificò alla Madre di Dio nelle Blancherne la chiesa, che di sopra descrissi: di poi un nuovo tempio eresse ai SS. Prisco e Nicolao, a cui gli abitanti di Costantinopoli volentieri accorrono, tanto per venerazione a que’ Santi, quanto pel piacere che mette la vista di sì bella fabbrica. Imperciocchè l’Imperadore, contenuta la violenza de’ flutti del mare con alta mole, su questa gittò i fondamenti di quel tempio.
In fondo al seno, in luogo assai scosceso era l’antico tempio de’ SS. Cosma e Damiano, ove a lui una volta