Irene, figliuola di Cratino

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Giovanni Boccaccio - De mulieribus claris (1361)
Traduzione dal latino di Donato Albanzani (1397)
Irene, figliuola di Cratino
LVI LVIII

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CAPITOLO LVII.

Irene, figliuola di Cratino.

Non è assai certo se Irene fu greca, o in che tempo fiorisse, nondimeno fu creduto che ella fusse greca perchè è manifesto che ella fu figliuola d’un Cratino pintore, e fu sua discepola nell’arte, nella quale penso tanto degna di laudabili parole, quanto dell’arte, e della fama1 ella avanzò lo maestro; stando ancora in più cose la sua nominanza; e essendo lo padre non nominato se non per quella; salvo se egli fu quello del quale si legge, che descrisse in propria formola la eccellente scienzia delle foglie, e delle radici delle erbe, benchè sia stato chiamato da alcuni Cratinas e non Cratinus. E questa Irene ebbe singolare ingegno, e artifizio di ricordanza; del cui magistero certo durò la pruova per lungo tempo: questa figurò una fanciulla la quale fu in una tavola veduta presso di Eleusi città, [p. 266 modifica]e cosi figurò Calipso vecchio, e ancora Teodoro gladiatore, e Absistene, al suo tempo eccellente saltatore. Le quali cose, perchè quell’arte è per la maggior parte rimossa da ingegno di femmina, non possono essere fatte senza grandissima velocità d’ingegno, lo quale suole essere in quelle sommamente tardo, pensai essere degna di avere alcuna fama.

Note

  1. Cod. Cass. edella faccia. Test.Lat.virtute et fama.