Dalle dita al calcolatore/XII/5
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5. La comparsa delle macchine da calcolo
Nei secoli XV e XVI, la scoperta e la messa a punto di molte macchine, tra cui le armi a lunga gittata, come i cannoni e i mortai, fu una delle ragioni che spinsero a effettuare, rapidamente, calcoli per determinare la traiettoria dei colpi. Non essendo il personale destinato al maneggio di queste armi dotato di troppa istruzione, comparvero vari strumenti, tra i quali l’“archipendolo”, inventato dal matematico bresciano Nicolò Tartaglia, capace di determinare la gittata del pezzo in base alla sua elevazione; da questi attrezzi Galileo fece derivare uno strumento che da alcuni è considerato la prima tappa sulla strada delle moderne “macchine da calcolo”: il compasso
Compasso Galileo. |
geometrico-militare Esso era dotato di varie scale e artifici che permettevano di determinare le altezze, le distanze, le pendenze, i lati dei poligoni regolari inscritti in un certo cerchio; inoltre aiutava nell’estrazione di radici cubiche.
Altro strumento matematico, questa volta concettuale, messo a punto in quell’epoca e legato alla necessità di comprendere e predire il comportamento dei mortai, è il triangolo di Tartaglia, che allora serviva per prevedere la dispersione dei colpi intorno all’obiettivo, mentre oggi viene utilizzato nelle scuole per determinare i coefficienti di uno sviluppo binomiale.
Negli stessi secoli che videro la nascita delle armi da fuoco, si ebbero molte altre invenzioni nel campo della meccanica: i mulini permisero un utilizzo controllato delle ingenti risorse energetiche fornite dall’acqua e dal vento, mettendo a disposizione degli uomini quantità di energia inimmaginabili fino ad allora; questa disponibilità portò alle prime realizzazioni nel campo della concentrazione delle risorse produttive, con la comparsa delle prime manifatture.
Sempre nel Cinquecento furono costruiti i cannocchiali, ma soprattutto gli strumenti di misura del tempo: orologi e clessidre, che determinarono nuove trasformazioni concettuali.