Dalle dita al calcolatore/IV/10
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10. Platone, la riga e il compasso
Nel IV sec. infuriano le guerre per il predominio nel mondo greco; Atene, Sparta e Tebe si svenano. Ora l’una ora l’altra invoca l’aiuto dello straniero. L’aiuto di Filippo il Macedone si rivela letale per la libertà delle città greche. Eppure, proprio in questo secolo tormentato la scienza ateniese opera la migliore sintesi delle elaborazioni culturali precedenti, e pone le basi per ulteriori progressi che, nel bene e nel male, hanno un influsso enorme e duraturo. Ad Atene, nel 387 viene fondata l’Accademia, ad opera di Platone; nel 335 Aristotele fonda il Liceo; nel 306 Epicuro fonda il Giardino e nel 300 Zenone di Cizio (Cipro) fonda sempre ad Atene la scuola stoica.
Platone (427-347), originario di Egina presso Atene, proviene da una famiglia aristocratica. Abbandona la vita politica dopo aver constatato il dilagare dell’ingiustizia e della corruzione fra i governanti.
Per quanto riguarda la matematica, è influenzato profondamente dalle dottrine pitagoriche, forse tramite Archita. Platone non è un matematico, ma conosce bene la disciplina; forse contribuisce a razionalizzare le elaborazioni dei matematici precedenti e, soprattutto, indirizza in modo preciso la ricerca matematica ed astronomica dei suoi allievi. Sull’ingresso della sua scuola è scritto che non deve entrare chi non conosce la geometria. Nella matematica, cioè nell’astrattezza dei numeri e delle forme geometriche e nella loro immutabilità rispetto al mutamento continuo della materia, egli scorge un’analogia con il suo “mondo delle idee”. Inoltre, poiché lo studio della matematica stimola il formarsi della capacità di astrazione e della logica, vede in essa un buon punto di partenza per lo studio della filosofia.