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88 iv. i greci

della sua scuola è scritto che non deve entrare chi non conosce la geometria. Nella matematica, cioè nell’astrattezza dei numeri e delle forme geometriche e nella loro immutabilità rispetto al mutamento continuo della materia, egli scorge un’analogia con il suo “mondo delle idee”. Inoltre, poiché lo studio della matematica stimola il formarsi della capacità di astrazione e della logica, vede in essa un buon punto di partenza per lo studio della filosofia.


11. Biblioteca e Museo di Alessandria

La politica dei Tolomei, fortemente accentratrice, si caratterizza per l’esclusione netta dell’elemento egizio dalla direzione del paese, a vantaggio dei Greci. Tale politica, inoltre, finanzia e controlla l’attività culturale, incoraggiando ogni tipo di studi ad eccezione della ricerca filosofica. Le acquisizioni e le sistemazioni operate dagli intellettuali alessandrini e del mondo greco-ellenistico restano poi insuperate fino al Rinascimento.

Vale la pena di spendere due parole sulla massima istituzione culturale di Alessandria. Il Museo e la Biblioteca, come afferma Strabone, fanno parte del complesso edilizio della reggia che, da sola, occupa un terzo della città. Nel Museo vivono e lavorano gli studiosi, forse divisi in corporazioni. Sono stipendiati dal sovrano e non hanno l’obbligo di dare lezioni. La Biblioteca non è un edificio a sé stante, ma è costituita dall’insieme degli scaffali su cui sono deposti i papiri, distribuiti nelle varie parti del Museo. Essa raccoglie un patrimonio librario immenso: si dice che vi siano 200.000 volumi già al tempo di Tolomeo I, 500.000 con Tolomeo II e 700.000 al tempo di Giulio Cesare. L’impegno dei dotti alessandrini non è limitato alle traduzioni; essi conducono un attento lavoro filologico per smascherare le falsificazioni e per ricostruire i