Da' Campi Elisi, ove di gaudio intero
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XXXIX
LODA LE DAME GENOVESI.
Da’ Campi Elisi, ove di gaudio intero
È per gli spirti pii la gioja eterna,
Amor, che a suo voler tutto governa,
Mandami al Mondo, e son chiamato Omero.
5Vuol che di pregi, e d’alte glorie adorno
Il vostro nome al Ciel porti cantando,
Se ne’ begli occhi vostri, onde egli ha bando,
Gli consentite far qualche soggiorno.
Donne, se amor da voi tal grazia impetra,
10Io per vostre bellezze armo la lira:
La lira mia, ch’anco l’invidia ammira,
Che sprezza il tempo, e la mortal faretra.
Udite voi, di che ammirabil canto
Elena suoni la Mëonia tromba?
15Or quel suon, che di lei tanto rimbomba,
Fia qual mutola voce al vostro vanto.
Perchè salendo all’Eliconie cime
Là, dove Febo il bel Parnaso onora,
Inebbriato il sen d’acqua sonora,
20Con voci nuove avanzerò le prime.
Quivi inchinar le Genovesi arene
Vedrassi al mondo ogni superba riva:
Men alto se n’andrà la Terra Argiva,
Men alto se n’andranno Argo, e Micene.
25Indarno fia per la futura etate,
Ch’altra memoria sfavillar presumi,
Voi nel Cielo d’Amor fra gli altrui lumi
Sarete il solo Sol della Beltate.