Cronica delle cose occorrenti ne' tempi suoi/Libro terzo/6
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Ritorno del Cardinale a Firenze e scomunica de’Pratesi. L’esercito fiorentino esce contro Prato, che tratta accordo. Intanto in Firenze le discordie di Parte nera fra popolani grassi e i Grandi e il popolo minuto si fanno più gravi (maggio 1304).
Sentendo ciò che in Prato contro a lui era ordinato, di subito si partì e ritornò a Firenze; e sbandì e scomunicò i Pratesi, e bandì loro la croce adosso, dando perdono a chi contro a loro facea danno alcuno. E i parenti e amici suoi furono disfatti, e cacciati di Prato.
Il podestà di Firenze con le cavallate e co’ soldati del Comune cavalcorono sul contado di Prato, e schieraronsi nel greto di Bisenzo all’Olmo a Mezano, e stettonvi fino passata nona. Di Prato uscirono alcuni per trattare accordo, scusandosi al Cardinale, e profferendo fare ciò che egli volea; tanto che cessoron il furore: perché molti ve ne erano, che volentieri arebbono dato loro il guasto e provatisi di vincere la terra, cioè quelli ch’erano del volere del Cardinale.
Gli altri capi di Parte nera e i loro seguaci molte parole diceano piene di scandolo. E stando schierati i cavalieri, e’ fu presso che finita la guerra; tanto scandolo nacque tra quelle genti: il quale se fusse ito innanzi, i grandi e il popolo, a cui piacea la pace, amici del Cardinale, n’arebbono avuto il migliore, secondo che le volontà si dimostravano. E quelli della casa de’ Cavalcanti molto se ne mostrarono favorevoli.
Partissi l’oste, e vennene a Campi: e quivi dimorò tutto quel dì. L’altro giorno si partì, però che il Cardinale si lasciò menare per le parole, credendo fare il meglio della pace. Ma i parenti suoi, che con onta ne furono cacciati, non tornarono in Prato, e non si fidarono, e poi furono fatti rubelli.