Cronica delle cose occorrenti ne' tempi suoi/Libro secondo/4
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Carlo di Valois in Corte di Roma. Ambasceria de’ Guelfi Bianchi al Pontefice (1301, settembre - ottobre).
Passò messer Carlo in Corte di Roma, sanza entrare in Firenze; e molto fu stimolato, e molti sospetti li furono messi nell’animo. Il signore non conoscea i Toscani né le malizie loro. Messer Muciatto Franzesi, cavaliere di gran malizia, picciolo della persona, ma di grande animo, conoscea ben la malizia delle parole erano dette al signore: e perché anche lui era corrotto, li confermava quello che pe’ seminatori degli scandoli gli era detto, che ogni dì gli erano dintorno.
Aveano i Guelfi bianchi inbasciadori in Corte di Roma, e i Sanesi, in loro compagnia, ma non erano interi. Era tra loro alcuno nocivo uomo: fra’ quali fu messer Ubaldino Malavolti giudice, sanese pieno di gavillazioni, il quale ristette per cammino per raddomandare certe giuridizioni d’uno castello il quale teneano i Fiorentini, dicendo che a lui appartenea; e tanto impedì a’ compagni il cammino, che non giunsono a tempo.
Giunti li anbasciadori in Roma, il Papa gli ebbe soli in camera, e disse loro in segreto: Perché siete voi così ostinati? Umiliatevi a me: e "io vi dico in verità, che io non ho altra intenzione che di vostra pace. Tornate indietro due di voi; e abiano la mia benedizione, se procurano che sia ubidita la mia volontà".