Cronica delle cose occorrenti ne' tempi suoi/Libro secondo/17
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Carlo chiede alla Signoria la guardia della terra e delle porte: la quale, per Oltrarno, gli è, però senza le chiavi, concessa. Sua malafede. Ritorno degli sbanditi, e violenza de’ Tornaquinci. Smarrimento della Signoria (...5 novembre e notte seguente).
I baroni di messer Carlo e il malvagio cavaliere messer Muciatto Franzesi sempre stavano intorno a’ signori, dicendo che la guardia della terra e delle porti si lasciasse a loro, e spezialmente del sesto d’Oltrarno; e che al loro signore aspettava la guardia di quel sesto: e che volea che de’ malfattori si facesse aspra giustizia. E sotto questo nascondeano la loro malizia; per acquistare più giuridizione nella terra il faceano.
Le chiavi gli furono negate, e le porti d’Oltrarno li furono raccomandate; e levati ne furono i Fiorentini, e furonvi messi i Franciosi. E messer Guiglielmo cancelliere e ’l maniscalco di messer Carlo giurarono nelle mani a me Dino, ricevente per lo Comune, e dieronmi la fede del loro signore, che ricevea la guardia della terra sopra sé, e guardarla e tenerla a pitizione della nostra signoria. E mai credetti che uno tanto signore, e della casa reale di Francia, rompesse la sua fede: perché passò piccola parte della seguente notte, che per la porta, che noi gli demo in guardia, dié l’entrata a Gherarduccio Bondalmonti, che avea bando, accompagnato con molti altri sbanditi.
I signori domandati da uno valente popolano, che avea nome Aglione di Giova Aglioni, e disse: "Signori e’ sarà bene a fare rifermare più forte la porta a San Brancazio". Fulli risposto, che la facesse fortificare come li paresse; e mandoronvi i maestri con la loro bandiera. I Tornaquinci, potente schiatta, i quali erano bene guerniti di masnadieri e d’amici, assalirono i detti maestri e fedironli e missonli in rotta; e alcuni fanti, che erano nelle torri, per paura l’abbandonorono. Laonde i priori, per l’una novella e per l’altra, vidono che riparare non vi poteano. E questo seppono da uno che fu preso una notte, il quale, in forma d’uno venditore di spezie, andava invitando le case potenti, avisandoli che innanzi giorno si dovessono armare. E così tutta loro speranza venne meno; e diliberorono, quando i villani fussono venuti in loro soccorso, prendere la difesa. Ma ciò venne fallito: ché i malvagi villani gli abbandonarono, e le loro insegne celavano spiccandole dall’asti; e i loro famigli li tradirono; e i gentili uomini da Lucca, essendo rubati da’ Bordoni, e tolte loro le case dove abitavano, si partirono e non si fidarono; e molti soldati si volsono a servire i loro adversari. Il podestà non prese arme, ma con parole andava procurando in aiuto di messer Carlo di Valos.