Cronica delle cose occorrenti ne' tempi suoi/Libro secondo/18
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Simulazione di Carlo verso la Signoria. Corso Donati in Firenze. Carlo chiede alla Signoria statichi in due parti, e manca vituperosamente di fede a quelli di Parte bianca (...6 novembre 1301).
Il giorno seguente i baroni di messer Carlo, e messer Cante d’Agobbio, e più altri, furono a’ priori, per occupare il giorno e il loro proponimento con lunghe parole. Giuravan che il loro signore si tenea tradito e ch’elli facea armare i suoi cavalieri, e che piacesse loro la vendetta fusse grande, dicendo: "Tenete per fermo, che se il nostro signore non à cuore di vendicare il misfatto a vostro modo, fateci levare la testa". E questo medesimo dicea il podestà, che venia da casa messer Carlo, che gliele avea udito giurare di sua bocca che farebbe impiccare messer Corso Donati. Il quale (essendo sbandito) era entrato in Firenze la mattina con XII compagni, venendo da Ognano: e passò Arno, e and= lungo le mura fino a San Piero Maggiore, il quale luogo non era guardato da’ suoi adversari, e entrò nella città come ardito e franco cavaliere. Non giurò messer Carlo il vero, perché di sua saputa venne.
Entrato messer Corso in Firenze, furono i Bianchi avisati della sua venuta, e con lo sforzo poterono gli andorono incontro. Ma quelli che erano bene a cavallo, non ardirono a contrastarli; gli altri, veggendosi abbandonati, si tirorono adietro: per modo che messer Corso francamente prese le case de’ Corbizi da San Piero, e posevi su le sue bandiere; e ruppe le prigioni, per modo che gli incarcerati n’uscirono; e molta gente il seguì, con grande sforzo. I Cerchi si rifuggirono nelle loro case, stando con le porti chiuse.
I procuratori di tanto male falsamente si mossono, e convertirono messer Schiatta Cancellieri e messer Lapo Salterelli; i quali vennoro a’ priori, e dissono: "Signori, voi vedete messer Carlo molto crucciato: e vuole che la vendetta sia grande, e che ’l Comune rimanga signore. E per tanto a noi pare che si eleggano d’amendue le parti i più potenti uomini, e mandinsi in sua custodia; e poi si faccia la esecuzione della vendetta, grandissima".
Le parole erano di lunge dalla verità. Messer Lapo scrisse i nomi: messer Schiatta comandò a tutti quelli che erano scritti che andassono a messer Carlo, per più riposo della città. I Neri v’andarono con fidanza, e i Bianchi con temenza; messer Carlo li fece guardare: i Neri lasciò partire, ma i Bianchi ritenne presi quella notte, sanza paglia e sanza materasse, come uomini micidiali.
O buono re Luigi, che tanto temesti Iddio, ove è la fede della real casa di Francia, caduta per mal consiglio, non temendo vergogna? O malvagi consiglieri, che avete il sangue di così alta corona fatto non soldato ma assassino, imprigionando i cittadini a torto, e mancando della sua fede, e falsando il nome della real casa di Francia! Il maestro Ruggieri, giurato alla detta casa, essendo ito al suo convento, gli disse; "Sotto di te perisce una nobile città". Al quale rispose che niente ne sapea.