Ecco trascorre, e per le vie del cielo
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XXII
A MONSIGNOR FILIPPO SALVIATI
Biasima i costumi del volgo.
Ecco trascorre, e per le vie del cielo
Austro s’addensa delle febbri amico,
O frena i fiumi, o sul terreno aprico
Freddo Aquilon corre indurando il gelo.
5Noi per ischerzo a buon falerni, a danze
Abbiam ricorso, o ne i teatri folti
Cerchiamo il riso, o trasformando i volti,
Furiamo agli occhi altrui nostre sembianze.
Giuoco volgar; ma se da eccelsa parte
10Umano sguardo vagheggiasse il mondo,
Mentre il popolo qui scherza giocondo,
Quante rimireria lagrime sparte
Per altri regni? O che feroce in guerra
Gonfia Megera formidabil trombe,
15O che funerea peste empie le tombe,
O che annunzia digiun la steril terra.
Perchè letizia fra’ mortali alterna
Talor col duolo, ove apparir la vede,
Spinge il vulgo vêr lei rapido il piede,
20E forsennato osa sperarla eterna.
Allora ei colma d’allegrezza l’alma,
Nè rivolge a sventure unqua il pensiero;
Ma si ritrova al fin come nocchiero,
Che a se promette non mutabil calma.
25Serbar misura, ed abborrir gli estremi
Non sa la plebe; ella trapassa il segno:
Il sai ben tu, che col sublime ingegno,
Nobil Salviati, ora confidi, or temi.