Coro (La Morte di Ermengarda. Adelchi, atto IV)
Questo testo è completo, ma ancora da rileggere. |
(La Morte di Ermengarda.
Adelchi, atto IV)
Sull’affannoso petto,
3Lenta le palme, e rorida
Di morte il bianco aspetto,
Giace la pia, col tremolo
6Guardo cercando il ciel.
Cessa il compianto: unanime
S’innalza una preghiera:
9Calata in sulla gelida
Fronte, una man leggiera
Sulla pupilla cerula
12Stende l’estremo vel.
Sgombra, o gentil, dall’ansia
Mente i terrestri ardori;
15Leva all’Eterno un candido
Pensier d’offerta, e muori:
Fuor della vita è il termine
18Del lungo tuo martir.
Tal della mesta, immobile
Era quaggiuso il fato:
21Sempre un obblìo di chiedere
Che le saria negato,
E al Dio dei santi ascendere
24Santa del suo patir.
Ahi! nelle insonni tenebre,
Pei claustri solitari,
27Fra il canto delle vergini,
Ai supplicati altari,
Sempre al pensier tornavano
30Gl’irrevocati dì;
Quando ancor cara, improvida
D’un avvenir mal fido,
33Ebbra spirò le vivide
Aure del Franco lido,
E fra le nuore Saliche
36Invidïata uscì:
Quando da un poggio aereo,
II biondo crin gemmata,
39Vedea nel pian discorrere
La caccia affaccendata,
E sulle sciolte redini
42Chino il chiomato sir;
E dietro a lui la furia
De’ corridor fumanti;
45E lo sbandarsi, e il rapido
Redir dei veltri ansanti;
E dai tentati triboli
48L’irto cinghiale uscir;
E la battuta polvere
Rigar di sangue, colto
51Dal regio stral: la tenera
Alle donzelle il volto
Volgea repente, pallida
54D’amabile terror.
O Mosa errante! oh tepidi
Lavacri d’Aquisgrano!
57Ove, deposta l’orrida
Maglia, il guerrier sovrano
Scendea del campo a tergere
60Il nobile sudor!
Come rugiada al cespite
Dell’erba inaridita,
63Fresca negli arsi calami
Fa rifluir la vita,
Che verdi ancor risorgono
66Nel temperato albor:
Tale al pensier, cui l’empia
Virtù d’amor fatica,
69Discende il refrigerio
D’una parola amica,
E il cor diverte ai placidi
72Gaudi d’un altro amor.
Ma come il sol che reduce
L’erta infocata ascende,
75E con la vampa assidua
L’immobil aura incende,
Risorti appena i gracili
78Steli rïarde al suol:
Ratto così dal tenue
Obblìo torna immortale
81L’amor sopito, e l’anima
Impaurita assale,
E le svïate immagini
84Richiama al noto duol.
Sgombra, o gentil, dall’ansia
Mente i terrestri ardori;
87Leva all’Eterno un candido
Pensier d’offerta, e muori:
Nel suol che dee la tenera
90Tua spoglia ricoprir,
Altre infelici dormono,
Che il duol consunse: orbate
93Spose dal brando, e vergini
Indarno fidanzate;
Madri che i nati videro
96Trafitti impallidir.
Te, dalla rea progenie
Degli oppressor discesa,
99Cui fu prodezza il numero,
Cui fu ragion l’offesa,
E dritto il sangue, e gloria
102Il non aver pietà,
Te collocò la provida
Sventura infra gli oppressi:
105Muori compianta e placida;
Scendi a dormir con essi:
Alle incolpate ceneri
108Nessuno insulterà.
Muori; e la faccia esanime
Si ricomponga in pace;
111Com’era allor che improvida
D’un avvenir fallace
Lievi pensier virginei
114Solo pingea. Così
Dalle squarciate nuvole
Si svolge il sol cadente,
117E dietro il monte imporpora
Il trepido occidente:
Al pio colono augurio
120Di più sereno dì.