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ALESSANDRO MANZONI
Sempre al pensier tornavano
30Gl’irrevocati dì;
Quando ancor cara, improvida
D’un avvenir mal fido,
33Ebbra spirò le vivide
Aure del Franco lido,
E fra le nuore Saliche
36Invidïata uscì:
Quando da un poggio aereo,
II biondo crin gemmata,
39Vedea nel pian discorrere
La caccia affaccendata,
E sulle sciolte redini
42Chino il chiomato sir;
E dietro a lui la furia
De’ corridor fumanti;
45E lo sbandarsi, e il rapido
Redir dei veltri ansanti;
E dai tentati triboli
48L’irto cinghiale uscir;
E la battuta polvere
Rigar di sangue, colto
51Dal regio stral: la tenera
Alle donzelle il volto
Volgea repente, pallida
54D’amabile terror.
O Mosa errante! oh tepidi
Lavacri d’Aquisgrano!
57Ove, deposta l’orrida
Maglia, il guerrier sovrano
Scendea del campo a tergere
60Il nobile sudor!
Come rugiada al cespite
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