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ALESSANDRO MANZONI
Madri che i nati videro
96Trafitti impallidir.
Te, dalla rea progenie
Degli oppressor discesa,
99Cui fu prodezza il numero,
Cui fu ragion l’offesa,
E dritto il sangue, e gloria
102Il non aver pietà,
Te collocò la provida
Sventura infra gli oppressi:
105Muori compianta e placida;
Scendi a dormir con essi:
Alle incolpate ceneri
108Nessuno insulterà.
Muori; e la faccia esanime
Si ricomponga in pace;
111Com’era allor che improvida
D’un avvenir fallace
Lievi pensier virginei
114Solo pingea. Così
Dalle squarciate nuvole
Si svolge il sol cadente,
117E dietro il monte imporpora
Il trepido occidente:
Al pio colono augurio
120Di più sereno dì.
309 | Coro |
(Il Carmagnola, atto II)
A sinistra risponde uno squillo:
D’ambo i lati calpesto rimbomba
4Da cavalli e da fanti il terren.
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