Corano/Capitolo XXXVIII

Capitolo XXXVIII

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Maometto - Corano (650)
Traduzione dall'arabo di Vincenzo Calza (1847)
Capitolo XXXVIII
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CAPITOLO XXXVIII.

sad.

Dato alla Mecca.—88 Versetti.

In nome di Dio clemente e misericordioso.

1.  Sad1. Lo giuro per il Corano pieno d’avvertimenti, gl’infedeli vivono nell’orgoglio, e nella scissione.

2.  Quante generazioni abbiamo distrutte prima di loro! Tutte gridavano ajuto; ma non era più tempo di sfuggire il gastigo.

3.  Gl’infedeli si meravigliano che un apostolo si è all’improviso mostrato fra loro; dicono: E un mago, un impostore.

4.  Vuole forse fare di tutti i Dii un Dio solo? In verità è una cosa straordinaria!

5.  I loro capi si separarono, dicendo loro: Andate, e perseverate nel culto de’ vostri Dii. Ecco cosa si vuole. (Farvi abbandonare il vostro culto).

6.  Non abbiamo intesa cosa simile nell’ultima religione2. La religione (di Maometto) non è ch’uno scisma.

7.  Fra tutti noi sarebbe mandato a lui solo un Libro d’avvertimento? — Sì, dubitano de’ nostr’avvertimenti, poichè non hanno ancor provati i miei gastighi.

8.  Hanno forse a loro disposizione i tesori della misericordia di Dio potente dispensatore dei beni?

9.  Posseggono dunque il regno de’ cieli, e della terra, e delle cose che sono fra questi due? Provino dunque a salirvi per mezzo di corde.

10.  Qualunque sieno le forze di cui i (differenti) partiti dispongano, saranno messe in fuga.

11.  Prima d’essi ancora, il popolo di Noè, gli Aditi, e Faraone possessore di piuoli3 accusarono i lor profeti di bugiardi.

12.  I Themuditi, il popolo di Loth, gli abitanti della foresta (di Madian) hanno agito egualmente; formavano un partito (contro gli apostoli di Dio).

13.  Il mio gastigo venne a punire tutti quei ch’avevano trattato i nostri apostoli d’impostori.

14.  Che aspettano dunque (i Mecchesi)? Forse il grido spaventevole (del cielo) che li sorprenderà senza dilazione?

45.  Dicono (ironicamente): Signore! dacci al più presto ciò che ci tocca, e prima del giorno del conto.

16.  Soffri con pazienza i loro discorsi, e rammentati del nostro servo Davidde, uomo potente, e che tornava spesso a noi.

17.  Abbiamo assoggettate le montagne a cantare le nostre lodi con lui, la sera, ed allo spuntar del sole;

18.  E gli augelli ancora, che si radunavano intorno a lui, e che ritornavano spesso a lui.

19.  Noi consolidammo il suo impero; gli demmo sapienza ed eloquenza. [p. 232 modifica]

20.  Sai tu la storia di que’ due litiganti che avendo scavalcato il muro, si presentarono nell’oratorio4?

21.  Quando si presentarono dinanzi a Davidde, si spaventò al loro aspetto. Non temere, gli dissero, noi siamo due avversarj. Uno di noi ha agito iniquamente coll’altro. Pronunzia fra noi come la giustizia l’esige, senza parzialità, e indirizzaci sul cammino il più eguale.

22.  Questi è mio fratello; egli avea novantanove pecore, ed io non ne avea che una. Mi disse un giorno: Dammela per custodirtela. (Egli me l’ha presa), e mi ha superato nella disputa.

23.  Davidde gli rispose: Egli ha commesso un’ingiustizia verso di te prendendoti una pecora per aggiungerla alle sue; moltí uomini che hanno affari abusano gli uni degli altri; quei che credono, e praticano il bene, non agiscono così; ma il loro numero è così ristretto! Davidde s’accorse che volevamo provarlo con quest’esempio; implorò il perdono di Dio5, si prostrò, e si penti.

24.  Noi gli perdonammo; gli accordammo nel paradiso un posto vicino a noi, ed una bella residenza.

25.  O Davidde! t’abbiamo stabilito in nostra vece sulla terra; pronunzia dunque nelle vertenze degli uomini con equità, e guardati dall’obbedire alle tue passioni: esse ti distorranno dal sentiere di Dio. Coloro che ne deviano subiranno un gastigo terribile, perchè non hanno pensato al giorno del giudizio.

26.  Non abbiam creato inutilmente il cielo e la terra, e tutto ciò ch’è fra loro. Quest’è l’opinione degl’increduli, e guai agl’increduli, saran mandati al fuoco.

27.  Tratteremo noi quei che credono, e fanno il bene, come quei che propagano il male sulla terra? Tratteremo gli uomini pii come gli empj?

28.  È un Libro benedetto quello che t’abbiam mandato; gli uomini dotati d’intelligenza meditino i suoi versetti, e vi prendano degli avvertimenti.

29.  Demmo a Davidde Salomone (per figlio). Che servo eccellente! amava di ritornare a Dio6.

30.  Un giorno verso la sera, furono recati dinanzi a lui dei cavalli magnifici, che stavano dritti su tre soli piedi, ed il quarto toccava appena la terra coll’estremità.

31.  Egli disse: Ho preferito i beni di questo mondo al ricordo di Dio (io non mi son potuto saziare della vista di questi cavalli), fino a che il giorno è scomparso sotto il velo (della notte). Riconducetemeli davanti.

32.  E (quando gli furono ricondotti dinanzi) si pose a tagliar loro il garetto e la testa7. [p. 233 modifica]

33.  Provammo Salomone, e ponemmo sul suo trono un corpo informe8. Salomone (pentito) ritornò a noi.

34.  Signore, grido, perdona le mie colpe, ed accordami tal potere che niun altro dopo di me possa averne consimile. Tu sei il dispensatore supremo.

35.  Noi gli sottoponemmo il vento, svincolato nel suo campo libero, e dovendo correre ovunque egli l’avrebbe diretto.

36.  (Gli sottoponemmo) anche i demonj, tanto architetti, che nuotatori,

37.  Ed altri attaccati gli uni agli altri con catene.

38.  Questi sono i nostri doni, gli dicemmo; accorda i tuoi favori, o negali, non ne renderai conto.

39.  Salomone ancora occupa un posto vicino a noi, e gode della più bella residenza.

40.  Rammentati anche del nostro servo Giobbe, quando diresse al suo signore queste parole: Satana m’ha oppresso di malattie e di tormenti.

41.  Una voce gli gridò: Percuoti la terra col tuo piede (Egli lo fece, e ne scaturi una sorgente d’acqua). Quest’acqua ti servirà per le abluzioni; essa è fresca, e ne berrai.

42.  Gli rendemmo la sua famiglia, raddoppiandola. Era una prova della nostra misericordia, ed un avvertimento per gli uomini dotati di buon senso.

43.  Gli dicemmo: Prendi un fascio di verghe, batti (tua moglie), e non violare il tuo giuramento9. Tu sei paziente.

44.  Che eccellente servo era (Giobbe)! amava di ritornare a Dio.

45.  Parla anche (nel Corano) d’Abramo, d’Isacco e di Giacobbe, uomini potenti e prudenti.

46.  Li abbiam resi virtuosi rammentando loro la vita futura.

47.  Sono per noi nel numero degli eletti privilegiati.

48.  Parla anche (nel Corano) d’Ismaele, d’Elisa, e di Dhulkef, tutti erano giusti.

49.  Ecco l’avvertimento. Quei che temono Dio avranno una residenza magnifica, (dentro)

50.  I giardini d’Eden, le di cui porte s’apriranno per loro.

51.  Vi si riposeranno comodamente, e domanderanno ogni sorta di frutta e di vini.

52.  Vicino a loro vi saranno donne modeste ne’sguardi, e ad essi eguali in età10.

53.  Ecco, si dirà loro, ciò che si prometteva pel giorno del conto.

54.  Ecco, diranno, la provvisione che non ci mancherà mai.

55.  Sì, così sarà. Ma il più spaventevole soggiorno è riservato ai perversi.

56.  È l’inferno, dove saranno abbruciati. Che luogo di riposo spaventevole! [p. 234 modifica]

57.  Si dirà loro: Ingojate l’acqua bollente, ed il marciume,

58.  Ed altri supplizi diversi.

59.  (Si dirà ai capi): Questa turba che vi ha seguiti sarà precipitata con voi. Non si dirà loro: Siate i benvenuti; poichè saranno abbruciati dal fuoco.

60.  Questi diranno ai loro capi: No, non vi si dirà: Siate i benvenuti; siete voi che ci avete preparato il fuoco. Che soggiorno orribile!

61.  E diranno (dirigendosi a Dio): Signore! raddoppia il supplizio del fuoco a coloro che ci hann’attirato questo gastigo.

62.  Perchè non vediamo, diranno gl’infedeli, quegli uomini che ponevamo nel numero dei malvagi

63.  E di cui ei burlavamo? Sfuggirebbero forse a’ nostri sguardi?

64.  Così disputeran fra loro gli uomini condannati al fuoco.

65.  Di’ loro (o Maometto): Io non sono che un apostolo; non vi è altro Dio che Dio, l’Unico l’Onnipotente;

66.  Sovrano de’ cieli, e della terra, e di tutto ciò ch’esiste fra questi, il Possente, l’Indulgente.

67.  Di’ loro: Il messaggio è un messaggio serio.

68.  E voi sdegnate di ascoltarlo!

69.  Io non avea veruna conoscenza della riunione sublime11 ove si disputava (sulla creazione dell’uomo),

70.  Ciò non m’è stato rivelato che perchè sono un apostolo vero.

71.  Quando Dio disse agli angeli: Io creerò l’uomo d’argilla.

72.  Quando gli avrò data la forma perfetta, e gettato in lui un soffio del mio spirito, vi prostrerete dinanzi a lui.

73.  Gli angeli tutti quanti si prostrarono dinanzi a lui.

74.  Meno Eblis. Egli si gonfio d’orgogho, e fu fra gl’ingrati.

75.  O Eblis! gli gridò Dio, chi è che t’impedisce di prostrarti dinanzi l’essere che ho creato colle mie mani?

76.  È forse per orgoglio, o perchè tu sei più in alto?

77.  Eblis rispose: lo valgo più di lui. Tu m’hai creato dal fuoco, e lui dal fango.

78.  Sorti di qui, gli gridò Dio; tu sei lapidato12.

79.  Le mie maledizioni resteranno su te fino al giorno della retribuzione.

80.  Signore, disse Eblis, accordami una dilazione fino al giorno in cui gli uomini saranno risuscitati.

81.  Dio rispose: l’hai ottenuto,

82.  Fino al giorno dell’epoca fissata anticipatamente.

83.  Lo giuro per la tua gloria, rispose Eblis, io li sedurrò tutti,

84.  Meno i tuoi servi sinceri.

85.  Così sarà (soggiunse Dio); e dico il vero; empierò l’inferno di tutti quei che t’avran seguito.

86.  O Maometto! di’ loro: Io non vi chieggo alcuna mercede, e non son di coloro che si caricano più che non possono sopportare.

87.  Il Corano è un avvertimento per l’universo.

88.  Da qui ad un certo tempo saprete la gran notizia13.

Note

  1. La lettera S, ossia Sad, è di senso sconosciuto.
  2. Cioè, in una delle religioni stabilite immediatamente prima di Maometto.
  3. Quest’epiteto è dato qui a Faraone a cagion de’ gastighi che dava ai colpevoli, e che consistevano a farli attaccare a quattro piuoli, ed a far loro subire diversi tormenti.
  4. Questi due litiganti erano due angeli che finsero di riportarsi al giudizio di Davidde; in realtà era per fargli sentire i suoi proprj peccati. La sorpresa, e lo spavento di Davidde venivano dalla circostanza che, avendo distribuite le sue ore per le diverse sue occupazioni, consacrava una parte del giorno alla preghiera, o ai suoi affari, e non riceveva veruno. Fu appunto in quest’ora che si presentarono i due litiganti.
  5. Ciò si riferisce a Davidde che desiderava la moglie di Uriah.
  6. Ritornare a Dio, vuol dire pentirsi.
  7. Salomone aveva preso nel paese di Damasco, e di Nisibe una gran quantità di cavalli; altri dicono che li aveva presi sugli Amaleciti e lasciati in eredità a suo figlio; altri infine che i cavalli erano nati dal mare, ed avean le ali. Quando furono condotti questi cavalli, del numero di mille, dinanzi a lui si restò sì lunga pezza ad esaminarli che scordò l’ora della preghiera, ma avvedutosi della sua mancanza, ne fece sagrificare a Dio la maggior parte, conservandone solo un centinajo dei più belli. Per consolarlo della perdita di questi cavalli, Dio gli sottomise i venti.
  8. Salomone, dopo aver conquistato Sidone, ed ucciso il re di questa città, prese la sua figlia per concubina. Essa ottenne di avere la statua di suo padre nei suoi appartamenti, l’adorò, ed introdusse così sotto il tetto del re Salomone il culto idolatra. Dio volle punirlo di questa debolezza. Salomone suoleva lasciare in casa di una delle sue mogli, tutte le volte che andava al bagno, il suo anello, l’emblema del potere, ed il talismano col quale conduceva i genj. Uno di questi genj riuscì ad impadronirsene, e s’assise sul trono. Salomone, privo del suo anello, perdè il regno, e fu obbligato di errare sulla terra sconosciuto, e rinegato dai suoi sudditi, finchè l’anello, che il demonio avea gittato nel mare, fu ritirato da un pescatore, e così riguadagnò la sua autorità.
  9. Giobbe avea fatto voto di dare cento colpi di frusta a sua moglie tosto che sarebbe guarito. La parola moglie non si trova nel testo, ma i commentatori così l’intendono.
  10. Di trenta a trentatrè anni, secondo i commentatori.
  11. Gli angeli.
  12. Questa parola, ordinariamente aggiunta al nome di Satana, vuol dire maledetto.
  13. La gran notizia è il giorno del giudizio.