Capitolo LX

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Maometto - Corano (650)
Traduzione dall'arabo di Vincenzo Calza (1847)
Capitolo LX
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CAPITOLO LX.

messa alla prova1.

Dato a Medina. — 13 Versetti.

In nome di Dio elemente, e misericordioso.

1.  O voi che credete! non prendete per amici i miei nemici, ed i vostri. Voi mostrate loro benevolenza, ed essi non credono alla verità che vi è stata rivelata; vi respingono, e respingono il profeta dal loro seno, perchè credete in Dio vostro Signore. Quando sortite (dalle vostre case) per la guerra santa, per combattere nella mia via e per ottenere la mia sodisfazione, mostrerete loro amicizia? Ma, io so più di tutti ciò che voi nascondete, e ciò che ponete in chiaro, e chiunque di voi lo farà, s’allontanerà dalla via vera2.

2.  Se vi incontrassero solamente in qualche luogo, farebbero vedere quanto vi sono nemici, stenderebbero su voi le loro braccia e lingue per nuocervi; desidererebbero di rendervi (nuovamente) infedeli.

3.  Il giorno della resurrezione, i vostri parenti, nè i vostri figli non vi ser- [p. 287 modifica] viranno a nulla. Dio vi separerà gli uni dagli altri. Egli vede le vostro azioni.

4.  Avete un bell’esempio in Abramo, ed in quei che lo seguivano, quando dissero ai loro concittadini: Non abbiamo niente di comune con voi, siamo innocenti (del culto) delle divinità che adorate a fianco di Dio. Noi vi rineghiamo, e l’inimicizia e l’odio si dichiarano fra noi per sempre a meno che non crediate al Dio unico. Non imitate però il linguaggio d’Abramo quando disse a suo padre: Implorerò il perdono di Dio in tuo favore, ma non potrei nulla ottenere da esso per te3. Signore noi ponghiamo la nostri fiducia in te. ritorniamo a te; il termine di tutto è in te.

5.  Signore, fa che gl’infedeli non ci seducano; perdonaci, tu sei potente e savio.

6.  Avete un bell’esempio in coloro (Abramo ed i suoi seguaci), per quei che sperano in Dio, e credono al giorno ultimo (è un bell’esempio). Ma (Dio non sa che farsi) di chi gli volge le spalle. È il Ricco, il Glorioso.

7.  Può essere che un giorno Dio stabilisca fra voi ed i vostri nemici la benevolenza reciproca. Dio può tutto, è indulgente e misericordioso.

8.  Dio non v’inibisce la benevolenza e l’equità verso coloro che non hanno combattuto contro voi per la religione, e cho non vi hanno scacciati dalle vostre abitazioni. Egli ama coloro che agiscono con equità.

9.  Ma v’interdice qualunque legame con quei che hanno combattuto contro voi per la religione, che vi hanno scacciati dalle vostre case, o che hanno ajutato gli altri a farlo. Quei che li prendessero per amici sarebbero malvagi.

10.  Quando donne credenti vengano a voi fuggendo dal seno dell’idolatria, mettete la lor fede alla prova. Dio conosce bene la loro fede; ma voi (provatele) e se siete sicuri che siano credenti, non le lasciate più ritornare presso gl’infedeli; non è legittimo ch’elleno sieno ad essi, nè ch’essi sieno loro mariti; ma restituite ciò ch’essi han dato (la dote). Non è delitto per voi di sposarle, ma assicurate loro la dote. Non conservate le mogli infedeli, ma domandate la restituzione di ciò che avete lor dato in dote, come egualmente gli infedeli vi ridomanderanno ciò che avranno dato alle lor mogli. È un precetto che Dio vi dà, egli è sapiente e savio.

11.  O voi che credete! se alcuna delle vostre mogli sparisse per recarsi in casa degl’infedeli, e che voi prendeste un bottino, restituite a quei le di cui mogli sarebbero fuggite, la dote eguale a quella della moglie fuggita.

2.  O profeta! Se le mogli fedeli giurano fedeltà dinanzi a te, e promettono di non dar socj a Dio, a non derubare, a non commettere adulterio, a non uccidere i loro figli, a non inventare discorsi calunniosi, a non disobbedirti in nulla di ciò che è giusto, accogli il loro patto, ed implora il perdono di Dio per esse. Egli è indulgente e misericordioso.

13.  O credenti! non abbiate commercio con quei contro cui Dio è sdegnato4; essi disperano della vita futura, siccome gl’infedeli hanno disperato di quei che sono nel sepolcro. [p. 288 modifica]

Note

  1. Il titolo di questo capitolo è preso dal versetto 10.
  2. Questo versetto è diretto principalmente contro un musulmano chiamato Hateb ben Abi-Baltaa, che sapendo prepararsi una spedizione contro la Mecca, ne informo i coreiciti. Maometto intercetiò il suo avviso, e fece ad Hateb amari rimproveri ai quali costui rispose che il suo scopo non era di far mancare l’impresa, la quale essendo decretata da Dio era infallibile, ma di ottenere dagl’idolatri dei riguardi per la sua famiglia lasciata alla Mecca. Maometto ammise la scusa, ma s’affretto di pubblicare la rivelazione contenuta in questo versetto.
  3. Dio ha biasimato Abramo di aver voluto parlare in favore del suo padre idolatra (cap. 9. vers. 115). Secondo una leggenda maomettana, Abramo vorrà intercedere ancora una volta per suo padre nei giorno del giudizio; ma nel momento che vorrà aprire la bocca un serpe orribile gli si avvicinerà, ed egli, Abramo, in un movimento di orrore e ribrezzo, calpesterà il serpe col piede e lo farà cadere nell’inferno. Questo serpe sarà suo padre trasformato. Abramo compirà così i decreti di Dio senza mancare alla pietà figliale.
  4. Questo versetto contiene ciò che i maomettani chiamano il giuramento delle donne. Gli uomini giuravano secondo la stessa formula prima dell’Egira (fuga dalla Mecca) prima che Maometto avesse imposta l’obbligazione di assisterlo nella guerra contro gl’idolatri. Tal giuramento, come pure qualunque contratto, si faceva presso gli arabi dando la mano alla persona colla quale si contraeva impegno. Dopo Maometto si riconosceva un califfo dandogli la mano.