Corano/Capitolo LIX

Capitolo LIX

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Maometto - Corano (650)
Traduzione dall'arabo di Vincenzo Calza (1847)
Capitolo LIX
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CAPITOLO LIX.

l’emigrazione1.

Dato a Medina, — 24 Versetti.

1.  Tutto ciò che è ne’ cieli e sulla terra celebra le lodi di Dio. Egli è potente e savio.

2.  Egli ha fatto sortire dalle loro case gl’infedeli fra le genti delle Scritture. È il principio della loro emigrazione. Voi non credevate che ne sortirebbero, ed essi credevano che le loro fortezze li proteggerebbono contro Dio. Eh bene! Dio li attaccò dalla parte dove non se l’aspettavano, gettò il terrore ne’ loro cuori; demolivano le loro case colle proprie mani, e le mani de’ credenti le demolivano ancora. Profittate di quest’esempio, uomini dotati d’intelligenza!

3.  Se Dio non avesse anticipatamente scritto (ne’ suoi decreti) il loro esilio, [p. 285 modifica] li avrebbe gastigati in questo mondo. Il supplizio del fuoco li attende sempre nell’altro,

4.  Poichè sono in guerra con Dio e col suo apostolo. Dunque chiunque è in guerra con Dio (sappia) che Dio è terribile nei suoi gastighi.

5.  Avete tagliata una quantità delle loro palme, e ne avete lasciato, un certo numero in piedi. Fu col permesso di Dio per abbassare gli empi.

6.  Il bottino accordato al profeta, non l’avete disputato nè coi vostri cammelli, nè co’ vostri cavalli; ma Dio dà la vittoria ai suoi inviati su ehi gli piace. È onnipossente2.

7.  Ciò che Dio ha accordato al suo inviato dei beni degli abitanti de’ borghi appartiene a Dio ed al profeta, ai suoi prossimi, agli orfani, ai poveri, ed ai viaggiatori; non deve rivenirne niente ai ricchi. Prendete ciò che il profeta vi dà, e lasciate stare ciò che vi ricusa. Temete Dio, terribile ne’ suoi gastighi.

8.  Ne appartiene una parte (del bottino) ai poveri di Mohad che furono scacciati dalle loro case e privati de’ beni, che cercavano il favore di Dio e di sodisfarlo, che assistono Dio, ed il suo apostolo. Sono uomini virtuosi.

9.  Quei che erano (rimasti) in possesso delle loro case; ed hanno abbracciata la fede precedentemente3, amano gli uomini che si refugiano presso di loro. I loro cuori sono esenti da ogni cupidigia, non desiderano ciò che tocca agli altri; anzi li preferiscono nelle loro generosità, ancorchè siano indigenti essi stessi. Dunque, quei che premuniscono il loro cuore dall’avarizia saranno i beati.

10.  Quei che sono venuti dopo loro4 dicono: Signore, perdonaci siccome perdonasti ai nostri fratelli che ci hanno preceduti nella fede, e non porre nei nostri cuori malevolenza verso coloro che credono. Signore, tu sei misericordioso.

11.  Non hai tu rimarcato gl’ipocriti dire ai loro fratelli, a quegl’infedeli fra gli uomini delle Scritture: Se sarete cacciati, sortiremo con voi; non obbediremo mai a veruno quando si tratterà di voi; se vi si farà la guerra, noi vi assisteremo; Dio sa che mentiscono.

12.  (No), se quegli saranno cacciati, essi non sortiranno con loro; se si farà loro la guerra, essi non li assisteranno, se cercheranno in pria a dar loro ajuto, finiranno per volgere le spalle e fuggirsene, e non troveranno essi stessi verun ajuto.

13.  Voi gettate nei loro cuori un terrore più forte che non fa Dio, e ciò perchè non comprendono niente5.

14.  Non vi combatteranno in massa che ne’ loro villaggi fortificati, o da dietro le mura. La loro violenza fra se stessi è estrema, tu li crederesti uniti; no, i lor cuori sono divisi, perchè è un popolo insensato.

15.  Agiscono come quei che li hanno preceduti, e poco manca che non [p. 286 modifica] abbiano provato i cattivi effetti delle loro azioni; poichè un supplizio doloroso li attende.

16.  Agiscono come Satana quando disse all’uomo: Sii incredulo, e quando l’uomo divenne incredulo, gridò: Io non sono in nulla in ciò che tu fai, giacchè io temo Dio padrone dell’universo.

17.  La fine d’ambidue, è il fuoco; vi resteranno eternamente. Questa è la ricompensa dei malvagi.

18.  O voi che credete, temete Dio. Ogni anima vegga bene ciò che si prepara per l’indomani. Temete Dio, poichè è istrutto delle vostre azioni.

19.  Non siate come quei che si sono scordati di Dio, e che Dio ha fatto loro scordare sè stessi; sono empi.

20.  Gli abitatori del fuoco, e gli ospiti del paradiso non potrebbero esser eguali. Questi ultimi saranno beati.

21.  Se avessimo fatto scendere questo Corano sopra un monte, l’avresti veduto abbassarsi ed aprirsi per tema di Dio. Queste sono le parabole che proponiamo agli uomini acciò riflettano.

22.  Egli è quel Dio fuori del quale non v’è altro Dio; conosce il visibile e l’invisibile. È clemente, e misericordioso.

23.  Egli è quel Dio fuori del quale non v’è altro Dio, il Re, il Santo, il Salvatore, il Fedele, il Custode, il Forte, il Possente, l’Altissimo. Gloria a Dio! e lungi da lui ciò che gli uomini gli associano!

24.  Egli è il Dio unico, il Produttore, il Creatore, il Formatore. I più bei nomi gli appartengono. Tutto ne’ cieli, e sulla terra, celebra la sua gloria. È il Forte, il Savio.


Note

  1. La parola Hachr, che serve d’iscrizione a questo capitolo, significa riunione; indica sovente la riunione del genere umano nel giorno della resurrezione. Vuol dire anche emigrazione, ed è in questo senso che è impiegato qui rapporto agli ebrei di Nadhir (borgo distante tre miglia da Medina) che per aver rotto il trattato conchiuso con Maometto furono attaccati nei loro forti, e scacciati dalle loro case. Dopo questa disgrazia, si dispersero in Siria, in Arabia, ed andarono fino a Hira.
  2. Gli ebrei di Nadhir essendo a poca distanza da Medina, la spedizione ebbe luogo senza cavalleria nè cammelli; è perciò che il bottino, invece d’esser diviso fra i combattenti, riservati i dritti del profeta, è qui intieramente devoluto al profeta.
  3. Sono i medinesi.
  4. Cioè, quei che hanno abbracciato l’islamismo dopo gli altri.
  5. Il senso di questo versetto è: Gl’ipocriti dovrebbero pria di tutto temere Dio, seguire la sua legge, e non fare in segreto cosa che gli spiaccia; ma non lo temono. Temono le vostre armi, e perciò alla più piccola prova che gliene date fuggono. Questo passo può essere anche tradotto così: «Voi siete terribili per essi (nei lor cuori) a cagione dello spavento che Dio getta ne’ loro cuori». Ma traducendo in tal guisa non avranno più alcun senso le parole «ciò perchè non comprendono niente».