Contro Wagner/Nietzsche contro Wagner/Wagner considerato come danno

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Friedrich Nietzsche - Contro Wagner (1889)
Traduzione dal tedesco di Anonimo (1914)
Nietzsche contro Wagner - Wagner considerato come danno
Nietzsche contro Wagner - Dove fo delle obiezioni Nietzsche contro Wagner - Una musica senza avvenire

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WAGNER CONSIDERATO COME DANNO.

1.


La finalità cui tende la musica moderna in quel che oggi si chiama, con parola assai forte ma oscura, la «melodia infinita» può essere espressa così: si entra nel mare, si perde piede a poco a poco fin che ci si abbandona all’elemento; — bisogna nuotare. Nella leggera solenne ed ardente cadenza della musica antica, nel suo moto ora lento ed ora vivo, bisogna cercare tutt’altro — bisognava danzare. La misura che v’era necessaria, l’osservanza di talune gradazioni di tempo e di forza, constringevano l’animo dell’osservatore a una riflessione continua, — è sull’opposizione di correnti refrigeranti, provenienti dalla riflessione e dal caldo soffio dell’entusiasmo, che si fondava il fascino d’ogni buona musica. — Riccardo Wagner volle cercare un’altra specie di moto, — capovolse le condizioni fisiologiche della musica esistente. Nuotare, ondeggiare, — non più camminare nè danzare... Per questo forse la parola decisiva è stata detta? La «melodia infinita» vuol rompere appunto ogni unità di tempo [p. 74 modifica]e di forza; le accade anche talvolta di ridersene: essa trova la sua ricchezza d’invenzione precisamente in ciò che per orecchi d’altri tempi suona come un paradosso ritmico e come una bestemmia. Dall’imitazione, dalla preponderanza di un gusto siffatto deriverebbe alla musica un danno che non si potrebbe imaginare più grande — la degenerazione completa del sentimento ritmico, il caos in luogo del ritmo... Il danno è completo quando una tal musica s’appoggia sempre più fortemente sopra un arte teatrale e una mimica assolutamente naturalistiche, non rette da alcuna legge della plastica, ricercatrici dell’effetto e nulla più... L’espressione a ogni costo, e la musica servente e schiava dell’atteggiamento — ecco la fine...

2.


Come? la prima virtù dell’esecuzione sarebbe veramente, come i musicisti esecutori sembrano credere ai giorni nostri, di raggiungere ad ogni costo un altorilievo che non possa più esser superato? Questa teoria, applicata per esempio a Mozart, non sarebbe un vero peccato contro lo spirito di Mozart, contro il genio gaio, entusiasta, tenero ed amoroso di Mozart? il quale, per buona ventura, non era tedesco, e la sua serietà era una serietà benevolente e dorata e per nulla la serietà di [p. 75 modifica]un buon borghese tedesco... per non parlare della serietà del «convito di pietra»... Ma voi credete che ogni musica è musica del «convito di pietra», — che ogni musica deve escire dalle mura e sbranare l’auditore fin nelle sue visceri?... È solo così che la musica agisce! — Su chi agisce? Su qualcosa che l’artista nobile deve lasciar fuori il dominio della propria azione — sulla massa! sugl’impuberi! sui malati! sugl’idioti! sui wagneriani!