Contro Wagner/Nietzsche contro Wagner/Dove ammiro

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Nietzsche contro Wagner - Premessa Nietzsche contro Wagner - Dove fo delle obiezioni
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DOVE AMMIRO.


Credo che spesso gli artisti non sanno quel che possono far di meglio: son troppo vanitosi per questo. La loro attenzione è diretta verso qualcosa di più fiero che non sembrino essere quelle piccole piante che, nuove rare e belle, san crescere sul loro suolo come vera perfezione. Essi vantano superficialmente quel che v’ha di veramente buono nel loro giardino, nella loro vigna, e il loro amore non e del medesimo ordine della loro intelligenza. Ecco un musicista il quale, maggiore di tutti gli altri, è maestro nell’arte di trovare accenti per esprimere le sofferenze, le oppressore e le torture dell’anima, ed anche per dare un linguaggio alla desolazione muta. Egli non ha eguali per render la colorazione d’una fine d’autunno, la felicità indicibilmente toccante d’un’ultima gioia, veramente ultima e veramente breve; egli conosce un accento per quelle notti dell’anima, segrete ed inquietanti, ove causa ed effetto sembran disgiungersi, ove a ciascun istante qualcosa può sorgere dal «nulla». Meglio di qualsiasi altro egli attinge alle profondità dell’umana gioia e, in qualche modo, nella sua coppa già vuota, ove le gocce più amare finiscono per confondersi con le più dolci. Conosce [p. 69 modifica]quelle stanche oscillazioni dell’anima che non sa più balzare o volare, e neppure esaltarsi; ha lo sguardo timoroso del dolore nascosto, della comprensione che non consola, degli addii senza parola; sì, anche come l’Orfeo di tutte le intime miserie, egli è più grande di ciascun altro, ed anche ha aggiunto all’arte delle cose che finora sembravano inesprimibili e pur indegne dell’arte, — le ciniche rivolte, ad esempio, delle quali è solo capace colui che ha raggiunto il colmo delle sofferenze, così come di tutti gl’infinitesimali dell’anima che formano in qualche modo le scaglie della sua natura anfibia, — giacchè nell arte dell infinitamente piccolo egli è veiamente maestro. Ma egli non vuole cotesta maestria! Si compiace al contrario, de’grandi pannelli, dell’ardita pittura murale. Non comprende che il suo spirito ha un altro gusto e un altra tendenza — un’ottica opposta — e che preferirebbe rannicchiarsi tranquillamente in recessi di case in ruina: è là che nascosto a sè stesso, egli compone i suoi veri capolavori, che son tutti assai brevi, spesso non più lunghi d’una sola misura; allora soltanto egli è superiore, assolutamente grande e perfetto. Wagner è un di quelli che hanno profondamente sofferto — superiorità tutta sua propria su gli altri musicisti. — Io ammiro Wagner ovunque egli si mette in musica.